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Vicenza, Peressoni dona le 26 statute di Quagliato alla città: una mostra in Basilica l'anno prossimo

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Il sindaco Rucco, Armando Peressoni e l'assessore alla cultura, Simona Siotto fotografati a palazzo Trissino

Le opere dell'amico scultore torneranno a palazzo Thiene in memoria dello sfortunato figlio Mauro

Il sindaco Rucco, Armando Peressoni e l'assessore alla cultura, Simona Siotto fotografati a palazzo Trissino
Una mostra temporanea in Basilica e una mostra permanente a palazzo Thiene. Questo è il destino delle 26 sculture di Nereo Quagliato che sono state acquistate da Armando Peressoni a Firenze prima che la casa d’aste Pandolfini le mettesse in vendita all’incanto per conto di Banca Intesa, che aveva acquistato palazzo Thiene e che poteva, legittimamente, metterle in vendita. A palazzo Trissino, nella sala degli Stucchi, di fronte al sindaco Rucco e all’assessore alla Cultura, Simona Siotto, Peressoni ha spiegato la road map che intende seguire, evidentemente concordata con il primo cittadino e la giunta. In sintesi, Peressoni pensa a una mostra in Basilica palladiana l’anno prossimo, a dieci anni dalla scomparsa dello scultore e successivamente ipotizza una collocazione definitiva delle opere a palazzo Thiene. Non ci saranno solo le ultime 26 che ha acquistato, ma anche le altre che possedeva in precedenza: inoltre, Peressoni pensa di riunire anche le otto sculture che l’amico Nereo aveva donato al museo civico e qualcuna di quelle che i parenti possiedono.

L'annuncio a palazzo Trissino. Il sindaco: "Vicenza vuole valorizzare queste opere"

Felicità una terracotta del 2003 di Quagliato
Insomma, Peressoni intende davvero fare di palazzo Thiene – se non di tutto l’immobile, almeno di alcune sale – un “museo Quagliato” per onorare la memoria dello scultore, amico di una vita. È a lui che nel 2006 Quagliato consegnò il testamento, nel quale annunciava che intendeva donare le sue opere “a quell’ente o cittadino che si sarebbe impegnato a farle conoscere alla città”. “E io voglio rispettare questa volontà – ha insistito – perché non ho acquistato le opere per tenermele a casa”. Peressoni, commosso fino alle lacrime, intende ricordare con questo gesto il figlio Mauro, paracadutista civile, scomparso in un incidente nel 2015: “Era una persona straordinaria – ha ricordato il padre – che amava molto questa città, al punto che da studente di notte usciva con la vernice non per imbrattare i muri ma per andare a coprire le scritte vergognose e insultanti che sporcavano gli edifici”. Fino alla morte, Mauro Peressoni assieme alla moglie Alessandra gestiva la profumeria in corso Palladio all’angolo di contrà Do Rode. All’incontro a palazzo Trissino era presente anche Nicoletta, l’altra figlia di Peressoni che da 26 anni vive negli Usa, a Pittsburgh, e le nipoti.
Mauro Peressoni, lo sfortunato paracadutista morto nel 2015, figlio di Armando
Il sindaco Rucco ha dichiarato che “in occasione dei 10 anni dalla scomparsa dello scultore vicentino, Vicenza si impegna ad accogliere le opere per valorizzarle, ricollocandole all’interno di Palazzo Thiene ora di proprietà del Comune”. Peressoni, 82 anni, è assai conosciuto in città, sia per la sua attività come profumiere, sia per la sua appartenenza agli alpini di San Bortolo. Assieme alle pene nere quasi 25 anni fa ha recuperato e restaurato l’antica porta San Bortolo. Da commerciante, ha fondato nei primi anni Ottanta le “Botteghe del centro” e il gruppo Ethos, che oggi ha 290 soci.
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