Un successo l'idea di far piantare gli alberi del parco ai bambini
Oltre settecento vicentini hanno gustato con gli occhi e toccato con mano cosa sta diventando il parco della pace. Qui potete leggere un pezzo riassuntivo dei lavori in corso, che dà l’idea dello sforzo. In poche cifre, si tratta di un’area di 64 ettari che si sta allestendo con 60mila alberi e una spesa di 8 milioni di euro, finanziata dallo Stato. L’open day organizzato dal Comune è stato un successo non solo dal punto di vista delle presenze (sarebbero state molte di pià se verso le 13 non avesse iniziato a piovere) ma anche sotto il profilo del coinvolgimento delle associazioni: la Pro loco Postumia, che nell’hangar ha organizzato la mensa a base di polenta e baccalà; il club Frecce Tricolori che ha fatto la guardia ai vecchi aerei e illustrato le loro caratteristiche; gli addetti alla mongolfiera, assolutamente sicura perché ancora a terra; Euroambiente, la capofila dell’Ati che sta lavorando al cantiere, che ha regalato anche le bottiglie ecosostenibili ai visitatori. Un successo è stata soprattutto l’idea di far piantare ai bambini (ma anche ai grandi) gli aceri che cresceranno nel parco: a mezzogiorno gli alberi disponibili erano terminati e una fila di vicentini, lunga trenta metri, era in attesa del proprio turno per scavare con la paletta l’alloggiamento per il piccolo albero.
L'afflusso dei vicentini in via Sant'Antonino è stato fermato dalla pioggia
L'assessore all'ambiente Simona Siotto con alcuni visitatori
Non è mancato il sindaco Rucco e l’assessore Siotto a fare gli onori di casa, ma non sono mancati nemmeno i consiglieri comunali di centrosinistra che si sono fatti fotografare con un bandiera della pace per ribadire il loro “no” a un cambio di nome: dovrà restare parco della Pace, così come l’area dell’ex Dal Molin era stata battezzata ai tempi dell’amministrazione Variati che del parco è stata la paladina. Per ricordare il vecchio aeroporto, una gloria dell’aeronautica militare italiana, inaugurato nel 1930 con l’allora ministro Italo Balbo e chiuso definitivamente nel 2008, dopo che l’aeronautica aveva trasferito i reparti nel 1997 a Poggio Renatico, nell’hangar sono stati collocati alcuni velivoli storici.
I velivoli storici dell'aeronautica militare sono stati schierati nell'hangar
Gli aerei nell'hangar: in primo piano un G 91 delle Frecce Tricolori e dietro un mastodontico F 86, uno dei primi aerei a reazione dell'aeronautica
Erano schierati un aeroplano a elica appartenente alla 2 aerobrigata di Padova, risalente agli anni Cinquanta, un glorioso F 86 che fu uno dei primi apparecchi a reazione dell’aeronautica, appartenente al 51° stormo (con lo stemma del gatto che acchiappa i sorci verdi, ancora oggi a identificare la stormo di Istrana, lo stesso di Samantha Cristoforetti), un G 91 della Pattuglia acrobatica nazionale, nella livrea blu con le tre frecce tricolori, simbolo del 313° gruppo di Rivolto, e un pezzo di un altro simbolo dell’aeronautica, un F 104 del 3° stormo di Villafranca, la cui fusoliera è stata recuperata dopo un incidente.
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