Simona Siotto: "Solo all'Epifania 1.500 visitatori alla mostra, iniziativa che fa bene a Vicenza"
Mostra sul Rinascimento: ingressi in Basilica l'8 gennaio
Simona Siotto è seccata. A dieci giorni dalla proclamazione delle dieci candidate italiane al titolo di capitale della cultura, una vera e propria finale, la polemica che l’opposizione ha scatenato sulla mostra in Basilica rischia di dare un’immagine negativa di Vicenza e, rimbalzando su giornali e siti, di pesare negativamente sulla candidatura. “Colombara fa male alla città”, taglia corto. Naturalmente non contesta solo l’opportunità ma soprattutto il merito delle dichiarazioni di Raffaele Colombara, che ha messo in guardia su un flop della mostra, secondo lui già nei fatti visti i pochi visitatori nei primi 15 giorni: “La mostra fa grandi numeri, lo ribadisco – sottolinea – In 24 giorni ha incassato più di centomila euro e ha venduto quasi 9000 biglietti, comprese le prenotazioni. Sono stati già settemila i visitatori”.
"Queste polemiche fanno male alla città, a dieci giorni dalla decisione sulle finaliste per la capitale della cultura"
Un primo piano dell'assessore Simona Siotto
L’assessore alla cultura contesta anche il paragone tra questa mostra e quelle di Goldin: “La nostra è un’operazione culturale, mentre quelli di Goldin sono eventi. E comunque non sono neanche situazioni paragonabili, vista la pandemia che viviamo. Inoltre, a quali mostre si riferisce Colombara? Mostre di livello ci sono a Firenze e Roma, ma Padova, Verona e Treviso non ne hanno allestite”. Insiste l’assessore: “Se c’è una cosa che di Goldin è rimasta misteriosa sono i numeri reali dei bilanci, ma questo è un altro discorso, mentre quelli che ho riferito sono i veri numeri della mostra. E io sono ottimista sui risultati finali, perché la mostra piace. Non ci sono solo critiche incredibili, come l’ultima su Repubblica, ma anche in questi giorni ci sono visitatori. Ne sono stati registrati 1500 il giorno dell’Epifania. E mancano ancora le scuole: la parte didattica è importante. Credo in queste mostre perché la città ha bisogno di fare sistema”.
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