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"Vicenza e il Veneto sono una miniera di disegnatori per la Disney e Topolino"

pag. 17 Davide Catenacci

Davide Catenacci, caporedattore di Topolino

Parla Davide Catenacci caporedattore di Topolino e "padre" di Paperin Pigafetta

Davide Catenacci, caporedattore di Topolino
Abita nel Veneto la più nobile tradizione disneyana. E a dirlo non è Topolino, ma il suo caporedattore, Davide Catenacci. Cinquantasette anni, laurea al Dams di Bologna, sceneggiatore e caporedattore di Panini Comics dal 2003. Il suo esordio in redazione risale al 27 agosto 1996 quando esce in edicola il Topolino numero 2126 che include il racconto, da lui sceneggiato, “Paperino e la fototregua”. Da allora ha lavorato accanto ai giganti del celebre settimanale. Autori che non solo hanno fatto la storia di una delle testate più longeve e apprezzate al mondo, ma che ne hanno definito lo stile. Autori che, in gran parte, hanno in comune una cosa: sono veneti. Veneti come Paperin Pigafetta al quale è stata dedicata una storia nel mese di novembre, o come Paperin Palladio, del quale si è letto ad aprile 2020. Non male per un fumetto nato negli USA quasi cent’anni fa. Com’è cambiata la sua vita in 25 anni di Topolino? “Ho cominciato nel ‘96 come disegnatore e sceneggiatore. Oggi sono caporedattore quindi mi preoccupo di pubblicare la storia migliore possibile, sia per trama che per disegno.” Prima di Topolino? “Ho scritto per Tiramolla, il Manifesto, Gambero Rosso, Acca Parlante e tantissime altre testate.” Come si scrive un Topolino? “È più o meno come fare un film: si sceglie un soggetto, si scrive la sceneggiatura, quindi si scrivono i dialoghi e le varie ambientazioni della storia. Poi, invece di andare sul set, si passa tutto ai disegnatori, i quali realizzano il fumetto che poi va in stampa.”
Silvia Ziche, la vicentina più nota che disegna per Topolino
Chi sono e da dove vengono i vostri fumettisti? “Oggi la produzione, salvo qualche eccezione, è esclusivamente Italiana. Molti dei nostri fumettisti vengono dal Veneto, soprattutto dal veneziano. La tradizione disneyana internazionale ai livelli più alti è nata proprio lì, con il leggendario Romano Scarpa e il maestro Giorgio Cavazzano, un vero fuoriclasse!” E dal vicentino? “Da Thiene c’è Silvia Ziche, una delle nostre autrici di punta e che, oltre al resto, da anni disegna Che aria tira a Paperopoli, la pagina di attualità che apre i numeri di Topolino.” In passato dove venivano scritti i Topolino? “Walt Disney creò Mickey Mouse negli Usa ormai cent’anni fa, nel 1928. Inizialmente tutti i fumetti erano scritti e disegnati negli States ma nel corso del tempo la produzione si è traferita completamente in Italia. Oggi i nostri numeri vengono tradotti ed esportati in tutto il mondo.”
Una tavola con protagonista Paperin Pigafetta, dedicato al vicentino Antonio
Da cosa riconosce un bravo fumettista? “Tralasciando la tecnica, che arriva con l’esperienza, direi soprattutto dall’inventiva e dalla dedizione. Qualità che emergono solo se c’è il vero bisogno di raccontare qualcosa. Non importa cosa, con Topolino puoi scrivere di tutto.” Le edicole sono in crisi di vendite, come ve la passate? “Abbiamo invertito la tendenza. Topolino, in edicola, va molto meglio anche solo rispetto a 3 anni fa. Ma gli anni d’oro sono passati.” Perché Topolino rimane così popolare? “In primis perché è in grado di rinnovarsi con estrema facilità, ma soprattutto perché ispira le persone. Alcuni lettori di Topolino ci hanno scritto di essere diventati scienziati, archeologi e molto altro proprio grazie al nostro fumetto. Magari hanno letto di un papero dottore e, affascinati, lo sono diventati a loro volta. Poi Topolino ha avuto molto a che fare con gli sport. Per esempio nel 1980, all’edizione del trofeo di Topolino di sci alpino, c’era anche un quattordicenne di nome Alberto Tomba. Quella volta però è arrivato trentesimo.”

Roberto Meneghini

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