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Vicenza, aumentati del 60% i ricoveri di ragazzi in neuropsichiatria per disturbi legati alla pandemia

Disturbi pandemia ragazzi

Vicenza, in complesso sono stati diagnosticati 414 casi dalla neuropsichiatria, 100 dei quali ricoverati

Sono 414 i giovanissimi cui, nel 2021, la neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Vicenza ha certificato disturbi emotivi e difficoltà comportamentali. Inoltre, aggiunge lo psicologo Stefano De Carli dell’Ulss 8, cento sono addirittura stati ricoverati nel reparto. È un aumento del 60% rispetto ai numeri dell’anno precedente ed è dovuto sostanzialmente alle restrizioni causate dalla pandemia che hanno isolato centinaia di ragazzi. L’assessore all’istruzione Cristina Tolio, la delegata del provveditorato di Vicenza Claudia Munaro e il presidente della federazione italiana scuole materne (Fism) Marco Lago, lo psicologo Andrea Gonella e la coordinatrice pedagogico-didattica delle 17 scuole dell’infanzia del comune di Vicenza Antonella Carretta, hanno annunciato una campagna informativa diretta a offrire strumenti per affrontare il fenomeno. “L’obiettivo – sottolinea Carretta – è quello di creare una rete di protezione attorno ai ragazzi in difficoltà”. Si è partiti con un convegno onine “Dalla riflessione all’azione. Strumenti per un intervento precoce e coordinato” aperto al personale scolastico delle scuole statali e paritarie, agli specialisti dei servizi sanitari e alle famiglie. “Insieme ce la possiamo fare” commenta Cristina Tolio, evidenziando che si tratta di un lavoro di squadra che coinvolge tanto le famiglie, quanto le Ulss e le scuole. E prosegue: “Vogliamo far sapere alle famiglie, alle scuole e anche ai ragazzi che ci sono molte porte a cui bussare e che queste comunicano tra di loro, possiamo e vogliamo aiutare”. I disturbi internalizzanti, come si chiamano tecnicamente, sono definiti come difficoltà emotive e comportamentali che bambini e ragazzi fino ai 16 anni non sempre manifestano chiudendosi in sé stessi. I sintomi più comuni sono ansia, insicurezza e depressione ma anche disturbi del sonno, alimentari o nelle relazioni. Per quanto preoccupanti possano apparire i sintomi dei disturbi in questione, possono essere arginati con successo: “Diventa però fondamentale intervenire con tempestività – spiega Gonella – Si hanno generalmente dai tre ai sei mesi di tempo per intervenire. Abbiamo personale formato per rapportarsi a tutte le fasce d’età: non si possono trattare i sedicenni come si trattano i bambini di 6 anni… si offenderebbero, e giustamente”.

Roberto Meneghini

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