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Montegaldella, ricordato il sacrificio del colonnello dei carabinieri Gildoni a 13 anni dalla morte

Gildoni commemorazione 2022

Un'immagine della commemorazione del colonnello Gildoni

A Montegaldella presenti i vertici dell'Arma e molti sindaci

Un'immagine della commemorazione del colonnello Gildoni
A Montegaldella s'è tenuta la commemorazione per il tredicesimo anno della morte del colonnello dei carabinieri Valerio Gildoni, morto in servizio. Alla cerimonia hanno preso parte il generale di brigata Giuseppe Spina, comandante della Legione carabinieri veneto, il questore Sartori, il comandante provinciale dei carabinieri col. Nicola Bianchi il segretario della Associazione nazionale carabinieri – Sezione di Montegalda, Montegaldella e Longare, Mario Sartori, assieme a una nutrita rappresentanza di militari dell'Arma e agenti di polizia in congedo. Erano presenti il sindaco di Montegalda, Andrea Nardin, quello di Torri di Quartesolo, Diego Marchioro, il sindaco di Grisignano di Zocco Stefano Lain, il vice sindaco di Longare, Marco Carli, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Montegaldella c'era l’assessore Cristiana Girardi e una rappresentanza del Comune di Nanto. Il generale Spina a termine della funzione religiosa è intervenuto descrivendo la figura del colonnello Gildoni, ricordandone le virtù personali e dedicando parole di vicinanza alla famiglia. Il col. Bianchi ha letto la motivazione del conferimento della medaglia d’oro al valor militare alla memoria concessa dal presidente della Repubblica: “con ferma determinazione ed esemplare iniziativa, unitamente ad altri militari, avviava una delicata opera di persuasione nei confronti di un uomo che, in stato di alterazione psichica, si era barricato all’interno della propria abitazione esplodendo un colpo di arma da fuoco all’indirizzo di una pattuglia di carabinieri intervenuta. Resosi conto della situazione di estremo pericolo anche per l’incolumità dei presenti, con insigne coraggio e consapevole del grave e manifesto rischio, senza far uso dell’arma in dotazione, non esitava ad avvicinarsi allo squilibrato per stabilire un contatto diretto e convincerlo a desistere, venendo proditoriamente attinto da un colpo di fucile che ne causava la morte. Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio”. A Nanto il 17 luglio 2009.  
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