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Guarda: "Settanta procedimenti penali aperti dalla procura, Vicenza non protegge gli animali"

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Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa verde

Guarda: "Dati preoccupanti se aggiunti ai 270 procedimenti amministrativi"

Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa verde
“Vicenza non è una provincia per animali protetti”. Commenta così la consigliera regionale Cristina Guarda di Europa Verde il 23° rapporto stilato dalla Lav sui delitti contro gli animali nella nostra provincia: “Sono dati che preoccupano perché confermano quanto poco rispetto ci sia nei confronti dell’ambiente e della fauna da parte di molti cacciatori". "Chi preda senza regole priva le future generazioni di una fetta consistente di fauna locale, con evidenti ripercussioni su tutto l’eco-sistema veneto e un conseguente danno ambientale impossibile da valutare compiutamente. Sono 70 i procedimenti penali aperti dalla procura berica nel solo 2021 dipingono una provincia dove la fauna protetta è in serio pericolo, così come i 270 verbali amministrativi per capanni e caccia in zone vietate indicano la necessità di intensificare i controlli". "Le associazioni venatorie hanno sempre sbandierato il loro impegno nel contrasto al bracconaggio - prosegue Cristina Guarda - Visti i risultati è opportuno verificare la strategia adottata, soprattutto alla luce dello scandalo dei presunti fondi regionali antibracconaggio spesi per i buffet dei cacciatori e finiti sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti. La nostra Regione fa davvero poco per tutelare la fauna del nostro territorio, mentre non perde occasione per salvaguardare gli interessi dei cacciatori, come avvenuto pochi giorni fa quando la maggioranza in Consiglio regionale ha pasticciato su un provvedimento che doveva limitare i danni alle coltivazioni arrecati dall'attività venatoria vagante mettendo a ko gli agricoltori che intendono tutelare le loro coltivazioni". "Il rapporto della Lav ritrae quanto avvenuto lo scorso anno - conclude Cristina Guarda - peccato che il 2022 rischi di essere ben peggiore perché la fauna dovrà sopravvivere non solo al bracconaggio, ma anche agli effetti del cambiamento climatico e alla emergenza siccitosa. Un'ecatombe annunciata.”
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