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Vicenza, grande successo e lunghi applausi per Massini che a teatro esplora le nostre 7 emozioni

© Marco Borrelliphborrelli@gmail.com

© Marco Borrelli phborrelli@gmail.com

Uno spettacolo affascinante e brillante, ma anche profondo per scandagliare la nostra anima

Stefano Massini, grande successo a Vicenza
Grande successo e lunghi applausi per Stefano Massini che al teatro comunale di Vicenza si conferma narratore di vaglia e scrittore di rara profondità. Parliamo di un personaggio che ha le stimmate della genialità: ha 47 anni e una carriera già lunga e importante (a iniziare dalla collaborazione con Luca Ronconi) e non a caso ha vinto il Tony Award, l'Oscar del teatro, con la sua straordinaria Trilogia sui Lehman. Il suo Alfabeto delle emozioni è fascinoso e brillante, con punte di autentica poesia: quasi un'ora e mezza che scivola via, sì, ma lascia il segno. La drammaturgia si espande su vari registri: quello letterario (citando Vonnegut, Foster Wallace, Roth, Borges), storico (Morosini e l'assedio di Creta), psicanalitico (Freud, ma la figlia Anna), narrativo (Joseph Pulitzer e l'invenzione del giornalismo d'inchiesta, che si deve a una donna, Nellie Bly), artistico (Annibale Carracci e il quadro del cardinal Farnese). L'autore nonché protagonista sulla scena con maestria traduce i personaggi e loro storie nella nostra cultura, anzi li innesta nella nostra vita per spiegarci - alla fine - la nostra anima. E' un viaggio dentro noi stessi, perché Massini interpreta con efficacia sei quadri - che poi diventano sette - che rappresentano le sei emozioni primarie, quelle da cui tutte le altre discendono, quelle che anche un bambino di due giorni sa esprimere. Sono altrettante facce di un prisma che riflette un pezzo della nostra umanità: tristezza, rabbia, paura, felicità, disgusto, sorpresa. A queste aggiunge una settima emozione, che ha catalogato lui, la bastitudine. E' un'interessante innovazione, la sua: ci sono delle volte, spiega, che è sano dire basta!, perché il tempo è sacro e non va sprecato mentre alle volte ne buttiamo via troppo. Se ce ne accorgiamo, dobbiamo fermarci. Ha ragione. Se Einstein ha definito lo spazio-tempo, siccome non aveva previsto la velocità cui stiamo vivendo nell'era oramai già post-Internet, la categoria s'è spostata molto sul piatto del tempo che non dello spazio. Noi ci auguriamo che Massini, che sa sfruttare bene il suo tempo e ci fa impiegare altrettanto bene il nostro (almeno a teatro) non si fermi. E che il suo basta! sia il più lontano possibile. (a. d. l.)
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