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03.03.2021 - 17:32
A San Biagio cade un pezzo del muro dell’antico carcere. Zona transennata, pericolo evitato, responsabili avvertiti, lavori di ripristino speriamo veloci. Il punto è un altro. Viene da chiedersi: a chi interessa di San Biagio? La risposta nasce spontanea: a nessuno. Sono quarant’anni che il carcere s’è trasferito dall’antica contrà a San Pio X, anno più anno meno. E non è successo niente, tutto è nel degrado più completo. San Biagio è veramente una vergogna della città. Ecco la foto scattata il 2 marzo in Pedemuro San Biagio. Il complesso che ospitava il carcere è del XVI secolo, ma le mura lì attorno erano state edificate ben prima, attorno al XIII secolo. Perfino Andrea Palladio lavorava e aveva la casa in Pedemuro San Biagio, che era la contrà degli scalpellini e dei muratori.
Basta andare a consultare il sito del Fai e si trova facilmente la storia del complesso. Si legge che il 20 dicembre del 1521 la comunità francescana acquistò da Cardino Poiana un possedimento di terreni in Prà del Purgo, detto anche contrò dell’Asenello, in una zona della contrada poi chiamata Pedemuro San Biagio e che arrivava fino alla sponda del Bacchiglione, presso il ponte di Pusterla.
Vent’anni fa il direttore dell’Archivio di Stato, Stefano Marcadella, presentò una fascinosa e costosa idea per ristrutturare tutto il complesso e destinarlo a scopi cultural. Ne fu sostenitore anche Mario Giulianati, al tempo presidente della Bertoliana, ma non se ne fece niente e tutto è rimasto sulla carta. In anni più vicini, prima di lasciare il suo incarico da sindaco, Achille Variati nel 2018 firmò un preliminare d’intesa con l’Agenzia delle Entrate per ristrutturare il complesso e farlo diventare sede degli uffici finanziari e della Polizia di Stato. Sembrava una svolta, ma la città restò anche stavolta a guardare. Pure di questa dichiarazione di buona volontà non c’è conseguenza nella vita della città, mentre l’Agenzia delle Entrate s’è trasferita a Borgo Berga e di quella pia intenzione non s’è fatto alcunchè. Un'altra immagine dell'ex carcere di san Biagio tratta sempre dal sito del Fai. Come annota il Fai, presieduto dall’attiva Giovanna Rossi di Schio, il complesso di San Biagio sopporta “una decadenza senza riparo e attende una riqualificazione”. Loro fanno quello che possono: l’hanno anche inserito nei “luoghi del cuore” del Fai ma senza che le sue condizioni muovessero a pietà i reggitori delle cose pubbliche. Capisco che le competenze sono complesse, tra Comune e Stato, ma quella struttura in pieno centro storico merita un destino migliore della desolazione in cui versa. E intanto cade a pezzi, direttamente in mezzo alla strada. (Antonio Di Lorenzo)Edizione
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