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Vicenza, torna Stalin all'ex caserma Borghesi. Ma è solo un poster e un piccolo giallo

Stalin ex caserma Borghesi

Tre anni fa quell'immagine era stata rubata proprio da quella finestra: pubblicizzava una mostra su Chernobyl

Stalin è tornato a Vicenza. Per ora solo in un poster appeso alla finestra dell’ex caserma Borghesi. Ma che ha già suscitato qualche agitazione. Come mai? E perché Stalin? Le domande girano per la città con qualche preoccupazione per i revanscisti sempre in agguato. Il comunismo è ancora amato al punto da appendere ritratti del sanguinario dittatore? Ma no, tranquilli. La risposta è facile: vediamo di ricostruire.  

E adesso il ladro pentito ha voluto rimetterla al suo posto? Chissà.

Prima di tutto va detto che Stalin è davvero tornato, in senso letterale. Qualcuno si ricorderà della mostra su Chernobyl organizzata tre anni fa in questi giorni proprio all’ex caserma Borghesi dall’associazione “I luoghi dell’abbandono”, presieduta da Devis Vezzaro. La rassegna si intitolava “Il silenzio assordante di Chernobyl” e presentava molti pezzi d’epoca. L’intento era quello di far memoria di una tragedia europea, anzi mondiale, e di come era scomparsa dalla memoria collettiva. Fatto sta che molti reperti di allora erano stati trafugati: prima di tutto il poster di Stalin che, provocatoriamente, era stato affisso all’esterno di una finestra molto saldamente. Evidentemente non abbastanza per qualcuno, che aveva faticato parecchio per tagliare i legacci e rubarlo. Un odiatore cronico oppure un nostalgico inguaribile. Poi erano scomparsi pacchetti di sigarette russe del 1986, filmati d’epoca, maschere antigas e un accendino. Comprensibile lo sconforto dell’organizzatore, che aveva ricreato nelle stanze un tempo affollate di militari e da decenni desolatamente vuote, l’atmosfera di Pripyat, la città fantasma contaminata ed evacuata. Adesso, a tre anni di distanza, il poster di Stalin ricompare. Chissà se l’organizzatore di allora l’ha ritrovato oppure, più probabilmente, il ladro di tre anni fa l’ha rimesso al suo posto. E infatti penzola malamente dall’inferriata della finestrona. Trovata di marketing allora finita male e forse anche oggi per attirare l’attenzione sul luogo? Chissà. Di fatto il poster di Stalin è ricomparso il giorno delle dimissioni di Nicola Zingaretti dalla segreteria del Pd. Un'altra coincidenza? Lo scopriremo solo vivendo. Un piccolo giallo che arricchisce la curiosità vicentina.
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