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Vicenza, ecco sei motivi per cui il ministero fa bene a vincolare il territorio e Borgo Berga

Borgo Berga migliore

Il complesso di Borgo Berga, costruito accanto al tribunale nella zona di confluenza tra Retrone e Bacchiglione

Il consigliere Asproso risponde all'on. Zanettin che contesta come "ideologica" e "fuorviante" la posizione dello Stato

Il complesso di Borgo Berga, costruito accanto al tribunale nella zona di confluenza tra Retrone e Bacchiglione, al centro delle polemiche da un decennio
Prosegue il dibattito attorno al vincolo del ministero dell'Ambiente (Mibac) sulla zona sud di Vicenza, da Sant'Agostino alla Riviera Berica, e in particolare sulla conseguenza di bloccare la costruzione del "lotto E" dell'ex Cotorossi. Interviene il consigliere comunale Ciro Asproso di Coalizione civica, che polemizza con l'onorevole Pierantonio Zanettin. Conosco l’on. Zanettin da moltissimi anni - scrive Asproso in una nota - e lo considero persona degna di stima, ragione per cui sono rimasto molto sorpreso nel leggere della sua interpellanza parlamentare e le sue critiche rivolte al Mibac, per il contenuto delle controdeduzioni al vincolo paesaggistico sull’area del Monte Berico, da lui definite: “ideologiche” e “fuorviate da un palese travisamento dei fatti”. Zanettin - prosegue la nota di Asproso - oltre ad essere stato assessore ai tempi dell’amministrazione Hullweck, ha sempre sostenuto la bontà del Piruea Cotorossi, non stupisce quindi questa estrema difesa d’ufficio dell’operato della sua parte politica. Ma a quasi 20 anni di distanza vi sono delle verità conclamate che non è più possibile negare. E Asproso elenca i punti a suo avviso indiscutibili.

Parla Asproso: "Ecco quali sono le ragioni per cui il ministero ha ragione a bloccare tutto"

Ciro Asproso, consigliere comunale di Coalizione civica, da lungo tempo in sala Bernarda
1. L’intervento urbanistico che, per la cronaca, interessa un’area di 100 mila metri quadrati sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico (a pochi passi dal centro storico e a da siti tutelati dall’Unesco), non è stato assoggettato né a Valutazione Ambientale Strategica, né alle necessarie verifiche di conformità geologica, geomorfologica e idrogeologica. 2. L’inosservanza dell’accordo pubblico-privato ha comportato la mancata cessione al Comune di 20 mila mq di standard a verde. 3. Evidenti e gravi carenze istruttorie del Piruea 2003 (riguardo la mancata rappresentazione in termini economici degli interessi in gioco), hanno fatto sì che il Comune considerasse nullo il valore della capacità edificatoria ceduta al proponente dell’intervento edilizio, e che omettesse di calcolare l’entità del plus-valore derivante al privato dall’intera operazione immobiliare. A riprova di ciò, non si è mai trovata traccia del Piano Economico finanziario che doveva essere allegato alla convenzione. 4. La mancata osservanza delle prescrizioni della Soprintendenza (sebbene recepite nelle norme tecniche di attuazione del Piruea) ha causato la completa demolizione del vecchio manufatto e la perdita del valore archeologico - industriale del sito. 5. La violazione del Regio Decreto n. 523 del 1904, ha prodotto una grave alterazione degli argini fluviali e ha permesso di fabbricare ad una distanza abbondantemente inferiore ai 10 metri dalle sponde del Retrone e del Bacchiglione. 6. La vecchia fabbrica del Cotonificio Rossi era posizionata ad un livello di piano campagna inferiore a quello dell’attuale complesso edilizio. Il che ha comportato evidenti vantaggi per il privato, il quale ha potuto disporre di volumetrie ed altezze ben eccedenti rispetto a quelle indicate dal Piruea, mentre ha procurato un danno irreversibile all’ambiente e al paesaggistico, a causa dei nuovi fabbricati che contrastano con i prospetti visivi dei siti Unesco.

"Zanettin ha solo ragione sulle responsabilità della Soprintendenza di Verona, per il resto era meglio se stava zitto"

Zanettin Forza Italia Pierantonio Zanettin, deputato di Forza Italia, è stato molto critico con il ministero sul vincolo vicentino
Solo su un punto mi sento di convenire con l’on. Zanettin, ed è quando richiama la Soprintendenza di Verona alle sue responsabilità per le autorizzazioni rilasciate in passato. Pur tuttavia, se queste responsabilità sono innegabili, va anche detto che il vincolo paesaggistico in questione è originato da una precisa volontà del Ministero dei Beni Ambientali. Ciò, a mio modo di vedere, è appunto il riconoscimento del danno perpetrato e il tentativo sia pur tardivo di porvi rimedio. Da qui, discende anche la decisione di voler preservare il “Lotto E” e di impedire nuove edificazioni. Alla luce di quanto su esposto non mi resta che concludere facendo appello al vecchio detto popolare: “Un bel tacer non fu mai scritto”.  
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