I lavoratori dell'agricoltura, in particolare gli stagionali, protestano perché sono senza sostegni Covid e senza disoccupazione. No ai voucher.
"Manifestiamo contro la discriminazione perpetrata negli ultimi provvedimenti normativi che hanno escluso i lavoratori agricoli, “essenziali” per il loro apporto alla filiera alimentare ma dimenticati dal Governo", ha affermato Giosuè Mattei, segretario generale FLAI Cgil durante il sit-in inscenato nel fine settimana in contrà Gazzolle sotto la Prefettura di Vicenza. "Chiediamo una forma di ristoro per chi ha perso giornate lavorate nel 2020, il cosiddetto "trascinamento" delle giornate pari a quelle del 2019". E conclude Mattei: "Assolutamente no alla liberalizzazione dei voucher che aumenterebbe il lavoro nero e darebbe gambe al caporalato! Siamo invece per una riforma degli ammortizzatori sociali che tuteli i lavoratori agricoli oggi escusi da ogni forma di protezione e sostegno al reddito". Sabato mattina i segretari generali generali delle categorie dei lavoratori agricoli di Cgil Cisl e Uil sono stati accolti dal Prefetto di Vicenza PietroSignoriello. Il Prefetto ha ascoltato con grande attenzione le richieste dei sindacati. Erano presenti oltre a Mattei Maurizio De Zorzi della FAI Cisl e Gianni Berdin della Uil. Sabato in tutta Italia si sono svolti (rispettando le norme anti covid) i presidi davanti alle Prefetture. I lavoratori del settore agricolo, in particolare gli stagionali, chiedono di rientrare nei sostegni straordinari dati dal Governo durante la pandemia Covid. In provincia di Vicenza (e in generale) le ore lavorate sono scese del 30%; il settore dell'AGRITURISMO in molti casi è completamente fermo da mesi. La situazione causata dalla pandemia ha anche reso evidente il fatto che i lavoratori dell'agricoltura non beneficiano della NASPI. I sindacati inoltre sono contrari unitariamente alla reintroduzione dei voucher: il lavoro agricolo è già conteggiato in giornate lavorate, il voucher aprirebbe la strada al "lavoro nero". (FB)