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Caso Cecchettin

Brugnaro: "Giulia Cecchettin simbolo di una lotta contro la violenza di genere"

Il sindaco di Venezia: "Gli uomini devono entrare in azione per fermare la violenza contro le donne"

In occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il nome di Giulia Cecchettin è diventato un simbolo della lotta contro una piaga sociale più ampia di quanto si immaginasse. Oggi, in un evento significativo a Venezia, sono emersi temi cruciali legati alla violenza di genere e alla necessità di un cambiamento culturale profondo.

Giulia, uccisa in modo brutale da Filippo Turetta, ha rappresentato la tragica icona di una realtà che molte donne vivono quotidianamente: una violenza che non si limita agli atti estremi, ma che si manifesta ogni giorno sotto forme più sottili e persistenti, come lo stalking, il bullismo e le discriminazioni. “Il problema non è solo l’assassinio – ha dichiarato il sindaco di Venezia – ma la violenza costante che molte donne subiscono ogni giorno.”

Brugnaro ha sottolineato poi la necessità di un coinvolgimento attivo da parte degli uomini nella lotta contro la violenza di genere. "Gli uomini non possono più restare passivi di fronte a questi crimini – ha detto – devono capire cosa significa essere uomini, rispettare l’altro e fare fronte comune per un cambiamento culturale”.

Particolare attenzione è stata data anche ai fenomeni legati alla gioventù, come il bullismo e la violenza psicologica, che possono portare a gravi conseguenze, come disturbi alimentari e altre forme di disagio. "Lo sport, la cultura e le attività sociali sono strumenti fondamentali per combattere questa deriva", ha aggiunto il sindaco, invitando tutti a riscoprire il valore del contatto fisico e delle esperienze condivise, lontano dallo schermo del cellulare.

Durante l'incontro, è emerso anche l'impegno delle istituzioni nella prevenzione della violenza. "Abbiamo lavorato per rafforzare il centro antiviolenza di Venezia – ha spiegato il sindaco – e continuiamo a invitare tutte le donne a denunciare subito, ma anche a sensibilizzare i ragazzi e gli uomini su cosa significa davvero rispettare l’altro".

Il tema della violenza di genere, dunque, non è solo una questione di leggi e punizioni, ma di cultura e educazione. "Dobbiamo fermarci prima che il problema diventi reato – ha concluso il sindaco – riducendo quella cultura tossica che ancora permea molti rapporti tra i generi".

Il messaggio che oggi è emerso con forza è che la lotta contro la violenza non può più essere delegata solo alle donne. Gli uomini devono diventare parte attiva di un cambiamento necessario per la costruzione di una società più equa e rispettosa.

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