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Invecchiamento demografico

Età media in aumento, Spi Cgil lancia l'allarme per la percentuale di over 80 in Veneto

L'invecchiamento della popolazione accelera, ma la politica fatica a rispondere. Massimo Cestaro fa il punto della situazione

La popolazione del Veneto sta cambiando rapidamente: mentre il numero complessivo di residenti cala, cresce in maniera significativa la fascia degli ultraottantenni. Secondo un'analisi condotta dal sindacato pensionati Spi Cgil su dati Istat, nella regione si contano oggi 382.906 over 80, pari al 7,6% dei residenti. Un incremento del 25% rispetto al 2014, quando il loro numero si fermava a 306.202 (5,7% della popolazione).

Il fenomeno ha un impatto rilevante su sanità e servizi sociali, ma le risposte politiche e istituzionali sembrano ancora insufficienti. "L'allungamento dell'aspettativa di vita è positivo, ma deve essere accompagnato da un adeguato supporto socio-sanitario", sottolinea Massimo Cestaro, della segreteria Spi Cgil Veneto. "Le principali criticità riguardano l'assistenza agli anziani non autosufficienti, il rischio di isolamento e l'accesso ai servizi, anche in un contesto sempre più digitalizzato".

Il report evidenzia significative differenze territoriali. La provincia con il maggior numero di ultraottantenni in proporzione alla popolazione è Belluno (8,9%), seguita da Venezia (8,6%) e Rovigo (8,5%). Tuttavia, il maggiore incremento si registra nel Vicentino, dove il numero degli over 80 è cresciuto del 31% rispetto a dieci anni fa.

Nei piccoli comuni montani il fenomeno è ancora più evidente. A Cibiana di Cadore (Belluno), gli ultraottantenni rappresentano il 15,3% della popolazione, mentre a Pedemonte (Vicenza) si attesta al 13,4%. In contrasto, località come Gambugliano (Vicenza) e Massanzago (Padova) registrano la percentuale più bassa, intorno al 4%.

L'invecchiamento della popolazione pone sfide complesse. Secondo Cestaro, è urgente rafforzare l'assistenza domiciliare e aumentare i posti nelle strutture residenziali per anziani, nonché riconoscere il valore del lavoro di cura svolto dalle famiglie, in gran parte a carico delle donne. A preoccupare è anche il divario digitale: "Molti anziani faticano ad accedere ai servizi online e rischiano di essere esclusi. Servono percorsi di alfabetizzazione digitale, ma anche il mantenimento di canali tradizionali per garantire a tutti un accesso equo ai servizi pubblici e sanitari".

La politica, finora, ha risposto con misure limitate. La legge sulla non autosufficienza, approvata nel 2024, resta in gran parte inattuata. In Veneto, la prestazione universale per gli ultraottantenni non autosufficienti gravi copre appena lo 0,6% della popolazione interessata. "Serve un piano concreto per rispondere all'invecchiamento della popolazione, investendo nella rete di assistenza territoriale e nel benessere degli anziani", conclude Cestaro.

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