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Economia e turismo

Una fondazione unica per il turismo termale di Abano

Il sindaco Barbierato e l’advisor Rosatti chiedono un cambio di passo: «Serve un progetto condiviso per il rilancio del termalismo e dell’economia turistica regionale»

«Non è più procrastinabile la scelta della Fondazione». Con queste parole il sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato, rilancia con forza la necessità di istituire uno strumento unitario per dare nuovo slancio al comparto turistico e imprenditoriale del territorio termale.

Un’idea maturata dopo oltre due anni di studio e confronto, che si fa oggi ancora più urgente. «Verona è già partita, noi siamo in ritardo – ammette Barbierato –. Le imprese chiedono una promozione nuova, strutturata, condivisa. Serve un ultimo sforzo per far nascere questa Fondazione».

Il primo cittadino non nasconde le difficoltà, ma lancia un appello chiaro a tutti i soggetti coinvolti: «Invitiamo anche le istituzioni a muoversi in questa direzione. È fondamentale una visione comune per rilanciare Abano e tutto il bacino termale».

Tra i nodi più delicati, quello degli hotel dismessi che punteggiano il centro città come ferite urbane ancora aperte. «Siamo stati i primi ad adottare un piano di assetto del territorio – ricorda – con accordi pubblico-privati mirati alla rigenerazione delle aree più critiche».

Barbierato però richiama a una corretta divisione dei ruoli: «Il pubblico deve fare il pubblico, il privato il privato. L’arbitro non può segnare i goal. Il Comune farà da garante dell’interesse collettivo, ma toccherà ai privati agire con concretezza e tempestività».

Nel frattempo, si guarda già ai prossimi passaggi: «Dovremo esaminare oltre cento osservazioni sul piano degli interventi, molte legate proprio agli immobili dismessi. Sarà un momento chiave per il futuro della città».

Un’esigenza di visione condivisa che trova eco nelle parole di Mauro Rosatti, advisor per il settore turismo di Confindustria Veneto. «È un momento strategico – afferma –. Bisogna superare le vecchie logiche di concorrenza tra operatori e costruire un progetto forte, integrato, con contenuti solidi».

Rosatti sottolinea come il Veneto abbia tutte le carte in regola per tornare a crescere, soprattutto in mercati internazionali consolidati come quello tedesco. Ma avverte: «Serve un cambio culturale. Non dobbiamo più presentarci come competitor, ma come protagonisti di un modello virtuoso, già riconosciuto a livello nazionale e pronto per essere esportato anche fuori confine».

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