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Fede e cultura
19.06.2025 - 17:50
Sul colle di Monte Berico si rinnova una tradizione sentita da moltissime generazioni di studenti vicentini: la salita al santuario della Madonna, a ridosso degli esami di maturità. Un gesto collettivo che unisce rito, scaramanzia e bisogno di conforto. Ma quest’anno, la notte ha riservato loro una sorpresa inattesa.
Le porte del santuario si sono aperte in modo straordinario per accogliere i maturandi, offrendo un momento di raccoglimento e speranza. Ad attenderli, 800 ceri accesi e 1200 post-it colorati, su cui scrivere – in poche, significative parole – le proprie paure, speranze e desideri.
Un’iniziativa fortemente voluta dalla diocesi di Vicenza, come spiega don Luca Lunardon, referente diocesano:
«È un gesto semplice, ma carico di significato. Abbiamo voluto dire ai ragazzi che non sono soli in questo momento delicato, che possono affidarsi, accendere una luce, scrivere un pensiero. È il modo della Chiesa per accompagnare, non per giudicare».
Don Luca racconta come l’idea sia nata dal desiderio di intercettare una presenza già esistente: quella degli studenti che ogni anno si ritrovano sul sagrato per festeggiare, per sfogarsi, per cercare un segno.
«Abbiamo pensato: perché non essere lì anche noi, con uno spazio silenzioso e accogliente? Non per aggiungere rumore, ma per offrire uno sguardo diverso, più profondo».
In molti hanno varcato la soglia del santuario. Qualcuno in silenzio, altri con gli amici, alcuni quasi sorpresi di trovarlo aperto. Tutti, però, con un peso nel cuore: l’attesa di una prova che segna il passaggio all’età adulta.
«La maturità non è solo un esame scolastico – conclude don Luca – ma anche un passaggio interiore. Speriamo che questa esperienza resti in loro come un momento di luce e di fiducia».
In un tempo che spesso lascia i giovani soli davanti alle sfide, una piccola luce su Monte Berico ha illuminato le loro paure e i loro sogni.
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