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04.09.2025 - 15:47
Dopo tre anni al comando del Comando provinciale dei Carabinieri di Padova, il generale Michele Cucuglielli si appresta a lasciare il capoluogo per assumere la guida del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RIS).
La cerimonia di commiato, alla presenza delle istituzioni locali, è stata l’occasione per tracciare un bilancio del mandato e per ricevere il Sigillo della Città.
“Dopo tre anni alla guida del comando provinciale di Padova, è giunto per me il momento di congedarmi per assumere la guida del raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche. Desidero esprimere la mia profonda gratitudine a questa città e alla sua calorosa comunità per avermi accolto e fatto sentire a casa. Città straordinaria dove cultura, ingegno, imprenditoria si coniugano con l’eccezionale senso di rispetto, di altruismo e di generosità dei padovani. Ringrazio di cuore il sindaco Sergio Giordani, anche in qualità di presidente della Provincia, per la sua preziosa collaborazione e per avermi conferito il sigillo della città, un riconoscimento che porterò sempre con orgoglio”.
“Con grandissimo piacere, ho consegnato il Sigillo della Città al Generale dei Carabinieri Michele Cucuglielli, che dopo tre anni come Comandante Provinciale dell’Arma assume adesso il prestigioso incarico di Comandante Generale dei RIS, il Raggruppamento Investigazioni Scientifiche. - ha commentato il sindaco Sergio Giordani - Gli auguro grandi soddisfazioni anche in questo nuovo incarico. Lascia uno splendido ricordo, non solo per la sua indubbia capacità professionale, ma anche per la sua grande capacità di tessere relazioni con tutta la società civile, dalle associazioni di categoria e professionali, fino al mondo della scuola e della cultura e quello delle associazioni del sociale. Lo testimonia la grande partecipazione alla cerimonia di oggi, veramente di tutta la città”.
Nel suo intervento, il generale ha voluto ringraziare le istituzioni e gli uomini dell’Arma: «Un sentito ringraziamento va anche al prefetto Giuseppe Forlenza e ai miei superiori per il loro costante supporto e per la fiducia che mi hanno accordato in questi anni. La mia esperienza a Padova è stata arricchita dalla stretta collaborazione con l'autorità giudiziaria, tutte le forze dell’ordine, esercito, vigili del fuoco: insieme abbiamo lavorato per garantire la sicurezza e la serenità di questa provincia. Esprimo la mia più sentita devozione ai tutti i miei carabinieri, di ogni ordine grado, e a quelli dei reparti speciali che con impegno, professionalità, determinazione, spesso mettendo a repentaglio la propria vita e la propria incolumità personale hanno svolto un’efficace azione di prevenzione e contrasto alla criminalità comune e organizzata, hanno protetto le comunità che sono state loro affidate e mantenuto fede al giuramento prestato. A loro il mio incondizionato e affettuoso grazie».
Ha quindi tracciato un bilancio del triennio: «In questi tre anni ho messo tutto me stesso non solo per garantire l’organizzazione e l’efficienza di un dispositivo complesso e capillare, quale è l’arma dei carabinieri a Padova e provincia, ma anche per valorizzare una caratteristica peculiare dell’Arma: la predisposizione ad essere intimamente e indissolubilmente legata e vicina ai cittadini e a tutte le componenti della società civile, che ha aspettative di sicurezza e di legalità sempre più elevate. Una dimensione questa che mi ha portato ad incontrare nei territori tutti i sindaci, cercando con loro un confronto e un dialogo aperto anche solo per consolidare ulteriormente i già ottimi rapporti di reciproca collaborazione che i miei validi comandanti di stazione e di compagnie hanno saputo instaurare nel tempo. Ai primi cittadini va la mia più sentita riconoscenza per l’impegno profuso insieme nel garantire migliori condizioni di vita e di sicurezza delle comunità. Ho, inoltre, cercato di far conoscere l’istituzione al mondo della cultura e della scuola. Abbiamo avviato importanti sinergie con la prestigiosa università di Padova e tramite il prezioso sostegno dei direttori degli uffici scolastici regionali e provinciali siamo entrati nelle scuole incontrando oltre 10mila studenti all’anno e abbiamo promosso ben due concorsi provinciali sui temi della legalità. Iniziative che si sono inserite in una più ampia strategia di prevenzione e contrasto al fenomeno della devianza e violenza giovanile».
Non è mancata un’attenzione specifica ai più fragili e al tessuto produttivo: «Una collaborazione che si è estesa al mondo dell’impresa e del commercio, nonché alle rispettive associazioni di categoria avviando con loro importanti progettualità, tra cui - a solo titolo esemplificativo – le attività formative in favore delle categorie produttive svolte anche in sinergia con i nostri reparti speciali, in particolare Nas ed Nil. Con la loro collaborazione e con quella delle amministrazioni comunali, di enti pubblici e privati, dei parroci, delle associazioni, anche del terzo settore, che si occupano della tutela delle vittime vulnerabili abbiamo portato avanti in tutta la provincia iniziative di formazione e sensibilizzazione sul tema delle truffe agli anziani e della violenza contro le donne. Tra queste i tantissimi incontri con gli anziani e l’esposizione in tutte i mezzi pubblici e in quasi tutte le farmacie della provincia di Padova delle locandine illustrative e dei vademecum elaborati dall’Arma per mettere in guardia gli anziani dalle tante e variegate truffe».
Ha concluso: «Sul fronte della violenza contro le donne ringrazio il centro veneto Progetti Donna (rete antiviolenza), Soroptimist Italia e la fondazione Giulia Cecchettin per la strettissima collaborazione e per le tante iniziative di sensibilizzazione sul particolare tema. Rivolgo, in ultimo, un ringraziamento fortemente sentito agli organi d’informazione per aver fatto conoscere l’impegno quotidiano dell’arma dei carabinieri a favore della collettività. Grazie anche per aver analizzato con spirito critico e imparziale il nostro operato, per aver alimentato il dibattito per aver dato voce ai cittadini che chiedevano più sicurezza. Il nostro è stato un rapporto fatto di confronto, di dialogo, qualche volta di doverosi silenzi, ma sempre improntato alla correttezza e al rispetto dei diversi ruoli nel difficile tentativo di conciliare il diritto all’informazione con la presunzione d’innocenza e in particolare con il diritto all’onorabilità e alla reputazione di che è coinvolto nelle inchieste giudiziarie».
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