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Dopo cinque anni e 35.000 chilometri, Nicolò torna a casa: il mondo a piedi con 10 euro al giorno

Il viaggiatore vicentino ha attraversato quattro continenti dormendo in tenda, cimiteri e tra sconosciuti

Cinque anni, oltre 40 milioni di passi, più di 35.000 chilometri percorsi attraversando quattro continenti, con una media di 10 euro al giorno e tante notti passate sotto le stelle, nei cimiteri o ospite di perfetti sconosciuti. È la straordinaria impresa di Nicolò Guarrera, 31enne originario di Malo (Vicenza), che ha appena concluso il suo personale giro del mondo a piedi. Conosciuto sui social come @Pieroad, ha fatto ritorno oggi a Venezia, dove è stato accolto con una cerimonia ufficiale e ha ricevuto un riconoscimento dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Un sogno nato nel silenzio del lockdown

Tutto ha avuto inizio il 9 agosto 2020, nel cuore di un mondo paralizzato dalla pandemia. Nicolò, allora impiegato nel marketing a Milano e laureato in economia, ha deciso di lasciare tutto per inseguire un sogno: camminare per il mondo. Partito dalla casa dei genitori, ha attraversato l’Italia fino a Genova, per poi dirigersi verso la Francia e intraprendere il Cammino di Santiago e la Via de la Plata in Spagna. Da Huelva ha preso il largo verso le Canarie, e da lì ha affrontato una traversata atlantica in catamarano, condivisa con un equipaggio difficile e un comandante imprevedibile.

Dalle Ande al deserto australiano

Dopo essere passato dal Canale di Panama, ha proseguito verso il Sud America: Perù, Cile, e poi Australia, dove ha affrontato sei mesi estenuanti nel deserto. In Iran, Iraq, India e Turchia, ha proseguito il suo cammino, evitando però il passaggio dal Pakistan. Ad ogni tappa ha raccolto storie, incontri e gesti di umanità, costruendo un mosaico di esperienze che oggi lo rendono uno dei pochi al mondo ad aver completato un viaggio simile completamente a piedi.

Un viaggio con uno zaino leggero e un cuore aperto

Nicolò ha viaggiato con pochissimo, spingendo un passeggino da trekking ribattezzato “Ezio”. In media ha speso meno di 10 euro al giorno, anche se i costi variavano molto a seconda del Paese. La maggior parte delle notti le ha trascorse in tenda, ma anche in parchi pubblici, scuole, e persino cimiteri — questi ultimi scelti per la tranquillità e la disponibilità d'acqua.

Spesso è stato ospitato da chi lo seguiva online: famiglie, giovani e anziani che gli offrivano un giardino, un divano o un pasto caldo, trasformando un semplice “follower” in una rete globale di umanità solidale.

Amori, addii e la bellezza della lentezza

Durante il viaggio ha vissuto anche momenti di forte connessione emotiva, come quello con una biologa cilena, che lo raggiungeva ogni due settimane per camminare al suo fianco. La relazione, come molte cose lungo il cammino, si è conclusa con la fine del tratto cileno. Ma al suo posto è nata una comunità internazionale di affetto e condivisione.

Tra le difficoltà più grandi, la solitudine, ma anche il confronto con i propri limiti e la lentezza imposta dalla strada. Per Nicolò, camminare è diventato un atto di resistenza culturale, una scelta controcorrente in un mondo che chiede sempre tutto e subito.

Il ritorno e un nuovo inizio

Arrivato oggi a Venezia, 1.849 giorni dopo la partenza, Nicolò ha dichiarato di non avere fretta di rientrare nella vita di tutti i giorni. Dopo il ritorno nella sua Malo, vuole scrivere un libro sulla sua avventura e, forse, trasformare questa esperienza in una professione legata al viaggio e alla divulgazione.

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