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Elezioni in Veneto tra veti incrociati e divisioni interne: il caso Zaia e le tensioni nel centrodestra

Il governatore uscente Zaia escluso dal simbolo della Lega, Toni Da Re bloccato dalla stessa coalizione

La campagna elettorale in Veneto si avvicina, ma il clima nel centrodestra è tutt’altro che sereno. Tra veti incrociati, esclusioni e indecisioni, la sfida per le regionali rischia di trasformarsi in una competizione di contrasti interni più che di proposte politiche.

Al centro delle tensioni c’è il presidente uscente della Regione Luca Zaia, che si è trovato impossibilitato a vedere il proprio nome accanto al simbolo della Lega. Il motivo? Un veto a livello nazionale che, secondo il governatore, sarebbe stato una condizione imprescindibile per garantire alla Lega la candidatura alla presidenza. Una decisione che non è passata inosservata e che ha scatenato il gioco delle responsabilità: da una parte i Fratelli d’Italia, che negano qualsiasi interferenza, dall’altra i vertici leghisti che rimandano la questione alla leadership meloniana. In tutto questo, Zaia mantiene un profilo equilibrato, dichiarando che l’importante è rappresentare al meglio i veneti e sostenere il candidato di coalizione, Alberto Stefani.

Le incertezze non si limitano al nome sul simbolo. Anche i candidati leghisti si trovano in una situazione di stallo, con la stampa dei santini elettorali che continua a essere rinviata per l’assenza di decisioni definitive sul layout e la denominazione da utilizzare. 

Sul fronte della candidatura di Zaia, il governatore è prudente: non ha ancora deciso se sarà capolista in tutti i collegi provinciali o solo a Treviso, ma ribadisce la sua priorità, che resta il benessere del Veneto e la tutela del lavoro svolto in questi quindici anni.

Intanto, la Liga Veneta Repubblicamovimento autonomista storico – ha ufficializzato l’adesione alla coalizione di centrodestra con la propria lista, pronta a sostenere Alberto Stefani. Un passo importante, ma non privo di tensioni: Toni Da Re, nome di spicco e possibile candidato, sembra essere stato bloccato dalla Lega, che avrebbe espresso un veto sulla sua candidatura. Nonostante la disponibilità di Da Re a correre, la trattativa è ancora aperta, con i vertici autonomisti impegnati a trovare una soluzione.

La vicenda ha scatenato anche malumori interni: una lettera pubblica dell’ex consigliere Mariangelo Foggiato denuncia come pochi membri di alcune province abbiano accettato passivamente le imposizioni della Lega, tradendo impegni e fiducia. Foggiato minaccia di lasciare la Liga Veneta Repubblica, evidenziando come i veti e le ingerenze stiano minando la coesione del movimento.

Quella che doveva essere una stagione di unità e di confronto politico rischia di trasformarsi in un campo di battaglia di interessi e divisioni. Il Veneto, storicamente regione di frontiera e di identità forte, si trova a dover fare i conti con una politica frammentata e incerta, in cui i veti sembrano più protagonisti delle idee.

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