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Sport e territorio

Posata la prima pietra del nuovo stadio: Brugnaro, “Così nasce la città metropolitana del futuro”

Il sindaco di Venezia guarda al 2030: “Un impianto per lo sport, la cultura e la crescita di tutto il territorio veneto”

Con la posa della prima pietra del nuovo stadio al Bosco dello Sport, Venezia compie un passo decisivo verso la realizzazione di un progetto che, nelle parole del sindaco Luigi Brugnaro, rappresenta “il simbolo di una città che cresce e guarda al futuro”.

Davanti ai rappresentanti delle istituzioni e ai tecnici del cantiere, il primo cittadino ha tracciato una roadmap precisa: «Pensiamo di completare i lavori entro due anni e mezzo. Il cantiere procede con tempi serrati: ora stiamo posando i pali, poi realizzeremo una soletta unica e la struttura prefabbricata. Tutto è organizzato nei minimi dettagli».

Un progetto per l’intera area metropolitana

Brugnaro ha voluto sottolineare come il nuovo impianto non sia soltanto un’arena sportiva, ma un tassello strategico nella costruzione della città metropolitana del Veneto:
«Questo stadio è per tutti, non solo per Venezia. Parlo della Patreve, la grande area che unisce Padova, Treviso e Venezia. Siamo fratelli, non rivali: possiamo sfidarci in campo, ma fuori dobbiamo lavorare insieme».

Il sindaco ha ricordato come il progetto sia stato lungo e complesso: «Ci hanno accusato, denunciato, ma non ci siamo arresi. Abbiamo tolto 40 mila metri cubi di volumetrie che erano destinate ad altri usi: qui nascerà qualcosa di utile e condiviso».

Lo sport come cultura e formazione

Nelle parole di Brugnaro, lo stadio assume anche un valore educativo:
«Lo sport è cultura. Insegna il rispetto, la sfida, l’accettazione. Se non accetti le sconfitte, ti spezzi. Per questo vogliamo portare la cultura sportiva nelle scuole e nelle famiglie. I genitori devono accompagnare i figli allo stadio, vivere insieme questi momenti».

L’impianto, ha spiegato, sarà polifunzionale: «Ospiterà calcio, rugby, pallavolo, ma anche concerti e grandi eventi. La musica, lo sport, la cultura: tutto deve convivere in un luogo che unisce le persone».

Una città connessa: treno, bici e nuove darsene

Ampio spazio è stato dedicato ai collegamenti: «La stazione ferroviaria è già prevista nel progetto e in costruzione — ha confermato Brugnaro — con passerella, bagni e coperture. Questo permetterà di realizzare il sistema metropolitano di superficie, collegando Portogruaro all’ospedale di Padova. Un infermiere potrà vivere a Portogruaro e lavorare a Padova: è questo il futuro».

Mobilità sostenibile e connessioni moderne saranno le chiavi del nuovo polo: «Dal centro di Venezia si potrà arrivare con tram, biciclette elettriche o navette. In Europa migliaia di tifosi vanno allo stadio in bici, e anche qui vogliamo seguire quella strada».

Il progetto include inoltre nuove darsene e attracchi privati: «L’aeroporto sta investendo in una Darsena che consentirà l’arrivo via acqua, e anche a Campalto nascerà un nuovo approdo privato. Venezia diventerà una città sempre più connessa tra terra, acqua e aria».

Il recupero del vecchio stadio e la nuova Venezia lagunare

Il sindaco ha annunciato che il vecchio stadio Penzo non sarà abbandonato: «Resterà il campo, demoliremo solo le tribune posticce. Intorno realizzeremo una pista di atletica e lo collegheremo con l’area dell’ex deposito Actv, dove nasceranno 500 nuove case per i veneziani, con vista sulla Darsena».

Un piano residenziale che, nelle intenzioni di Brugnaro, ridisegnerà l’intera zona di Sant’Elena: «Verrà fuori una nuova Venezia lagunare verso il mare, con case moderne, servizi e spazi verdi. Un grande campus del futuro».

“Serve fiducia: costruiamo insieme la città dei prossimi trent’anni”

In chiusura, il sindaco ha lanciato un appello alla coesione e alla fiducia:
«Dobbiamo smettere di aggredirci e dividerci. La politica deve unire, non distruggere. Lo sport ci insegna che si può perdere, ma non bisogna mai arrendersi. Ai giovani dico: credeteci. Con fede, fiducia e caparbietà costruiremo la città che può competere in Europa per i prossimi trent’anni».

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