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Morti sul lavoro
04.08.2025 - 16:10
Due vite spezzate sul posto di lavoro. È accaduto a Veternigo, frazione di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, dove due operai di 23 e 30 anni sono morti mentre stavano effettuando lavori di pulizia all’interno di una cisterna per la raccolta di residui biologici. Una tragedia che ha scosso profondamente il mondo sindacale e l’intera comunità locale.
«Morire sul lavoro è una sconfitta per tutto il Paese», ha dichiarato in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, insieme a Luciano Conforti, Segretario Regionale dell’UGL Veneto. «È inaccettabile che nel 2025 si possa ancora perdere la vita a causa di carenze nei dispositivi di sicurezza, mancata formazione o assenza di adeguati controlli. L’UGL continua a denunciare con forza la piaga delle morti bianche, chiedendo l’istituzione di un protocollo nazionale sulla sicurezza, più ispettori del lavoro, formazione obbligatoria e campagne di sensibilizzazione».
Sulla stessa linea anche la CISL di Venezia. Il Segretario Generale Michele Zanocco ha espresso profondo cordoglio per l’accaduto e ha sottolineato l’urgenza di passare dalle parole ai fatti: «La sicurezza non è un lusso, non è un costo, ma è la prima vera priorità nazionale. È tempo di una svolta concreta su prevenzione, controlli, formazione e investimenti. Servono più controlli nelle aziende e piani d’intervento specifici sul territorio, ma questo è possibile solo con il rafforzamento degli organici ispettivi».
Zanocco ha inoltre ribadito che le responsabilità specifiche andranno accertate dagli organi competenti, ma ha ribadito con forza l’impegno del sindacato a favore della prevenzione: «Serve attenzione costante da parte di tutti per fermare questo triste epilogo. Non possiamo più tollerare che il diritto al lavoro venga pagato con la vita».
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