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Tragedia di Veternigo

Zanocco (Cisl Venezia) sulla sicurezza sul lavoro: «Contratti regolari, più sicurezza e riforma dei Cas per un’integrazione reale»

Il commento a freddo del Segretario Cisl dopo la morte dei due operai egiziani: «Basta sfruttamento delle persone fragili: servono formazione, diritti e una revisione delle soglie di reddito nei centri di accoglienza»

«L’omertà non è madre né della verità né della giustizia. Per questo chi sa deve parlare». Con queste parole Michele Zanocco, segretario generale della Cisl di Venezia, interviene all’indomani della tragedia di Veternigo di Santa Maria di Sala (Venezia), dove lunedì 4 agosto due cittadini egiziani di 39 e 21 anni – Abdelawahab Hamad Mahmoud Sayed e Ziad Saad Abdou Mustafa – hanno perso la vita soffocati nella vasca biologica di una villa.
Il sindacalista punta il dito contro il lavoro irregolare e la mancanza di tutele per i migranti ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas), che spesso ignorano le leggi italiane, soprattutto in materia di diritti, sicurezza e formazione.

Zanocco chiede una riforma strutturale dei Cas, che non dovrebbero essere semplici dormitori con orari di entrata e uscita, ma luoghi di reale inclusione, anche temporanea. «Bisogna prevedere corsi di lingua italiana, formazione sulle regole di cittadinanza e sul lavoro. Solo così si evita che queste persone diventino prede di sfruttatori e caporali», afferma.

I dati confermano l’ampio ricorso ai Cas: nel 2023, in provincia di Venezia, i posti disponibili tra Cas e Sai erano 1.223 (1.072 nei Cas e 151 nei Sai), con un aumento del 19,55% rispetto al 2022, ma ben al di sotto del picco del 2018 (2.161). Nel Veneto, il sistema Sai contava 825 posti, di cui 77 per minori stranieri non accompagnati, distribuiti in 21 progetti.

Un nodo critico, sottolinea il segretario della Cisl, è la soglia di reddito per restare in un Cas: chi supera i 6.000 euro annui perde vitto e alloggio, pur non potendo permettersi un affitto sul mercato locale, dove i prezzi superano spesso i 650 euro al mese, escluse utenze e spese condominiali. «È un paradosso che spinge verso il lavoro nero», avverte Zanocco, proponendo di innalzare la soglia e introdurre un contributo progressivo per accompagnare all’autonomia.

Infine, l’appello: «Serve più cultura della sicurezza, più vigilanza sulla regolarità contrattuale, più formazione. I Cas possono diventare un ponte verso il lavoro regolare, collegandosi ai centri per l’impiego e alle agenzie di somministrazione. Non agire significa condannare altre persone a rischiare la vita».

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