Scopri tutti gli eventi
Eventi
20.06.2025 - 08:15
Informare o spettacolarizzare? Questo il cuore del confronto acceso ma costruttivo andato in scena a Padova durante il convegno “La giustizia mediatica. Circuito o cortocircuito?”, promosso dalla Greggio Academy. Un’occasione inedita per mettere attorno allo stesso tavolo giornalisti, forze dell’ordine e accademici, in un dialogo franco su come l’informazione possa convivere con i principi fondamentali dello Stato di diritto.
Al centro della discussione, il delicato rapporto tra il diritto di cronaca e la presunzione di innocenza, sempre più messo alla prova da una narrazione giornalistica che spesso cede al richiamo dell’audience, creando veri e propri “tribunali mediatici”.
Tra gli ospiti, figure autorevoli come il Generale Giampietro Lago (già al vertice dei RIS di Parma), il Generale Michele Cucuglielli, il Colonnello Alberto Franceschin, la giornalista Lucia Zorzi (TGR Veneto), il direttore editoriale Luca Ubaldeschi (Nord Est Multimedia), il professore Antonio Parbonetti (Università di Padova) e l’avvocato Marco Greggio, moderatore dell’incontro.
«Oggi la cronaca giudiziaria si trasforma troppo spesso in intrattenimento travestito da informazione – ha detto Lucia Zorzi –. È fondamentale distinguere tra notizia e spettacolo, e recuperare l’etica del giornalismo, che non tutti i canali rispettano».
Il rischio concreto, sottolineato da molti relatori, è che il processo si celebri prima nei talk show che nei tribunali. “Una deriva pericolosa”, l’ha definita Ubaldeschi, ricordando come il boom delle trasmissioni crime stia snaturando la funzione dell’informazione pubblica, a vantaggio dell’audience.
A fare eco, il Generale Lago: «Uno studio recente ha evidenziato che il 75% delle persone ha una percezione distorta dei fatti di cronaca appresi tramite media. Questo perché l’informazione spettacolarizzata tende a sovrapporre narrazione e verità, creando cortocircuiti pericolosi».
Il Colonnello Franceschin ha richiamato il dovere delle forze dell’ordine di fornire comunicazioni precise, evitando ogni sfumatura che possa alimentare curiosità morbosa o travisamenti: “Serve sobrietà, e massima aderenza ai fatti”.
Secondo l’avvocato Marco Greggio, serve una presa di responsabilità condivisa: «Io sono garantista, e credo che il processo debba restare nelle aule giudiziarie. Il nostro intento con questo convegno era riflettere e proporre soluzioni. Occorre una scelta etica da parte di tutti: forze dell’ordine, media, cittadini».
Per il Generale Cucuglielli, due le strade da percorrere: una normativa chiara che regoli tanto l’informazione quanto le inchieste giudiziarie, e una rinnovata cultura della responsabilità, capace di riportare equilibrio tra informazione, giustizia e tutela dei diritti fondamentali, come reputazione e presunzione di innocenza.
Edizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516