Nate nel 1882 continuano ancora oggi il loro prezioso servizio. La Fondazione Nervo Pasini e le CEP propongono un calendario d’iniziative che prenderanno il via sabato 17 settembre
Tutto cominciò da un'alluvione. Era il 17 settembre del 1882, quando un violento alluvione portò alla rottura del fiume Adige devastando diversi territori della Bassa Veronese e del Polesine, portando migliaia di persone in aree vicine, tra cui Padova. Fu allora che grazie all'intuizione di Stefania Omboni, di formazione protestante e animata da una visione laica dell’assistenza, che nacquero le Cucine Economiche Popolari di Padova (acronimo Cep) con l'obiettivo di rispondere a un bisogno primario della popolazione. Un piccolo locale vicino alla chiesa di San Daniele accolse in meno di un anno 500 persone. La fragilità aumentava in modo esponenziale anche tra la popolazione padovana. Fu il quel momento che la benefattrice propose all'ora vescovo Giuseppe Callegari di dare continuità al servizio nato nell’emergenza, mettendo a disposizione dei locali situati in via Cosalunga ( tutt'ora sede principale) la cui gestione è stata affidata alle Suore Elisabettine. Arriviamo alla storia recente quando nel 2017 viene istituita da vescovo Claudio Cipolla la Fondazione Nervo Pasini alla quale, nel 2019 è trasferita la gestione delle Cucine economiche popolari. Da allora la fragilità ha cambiato volto ma le Cucine si sono rinnovate per rispondere alle nuove esigenze. " La marginalità è intesa come difficoltà di accesso ai diritti. È un segmento del sociale sempre affollato. - commenta Massimo d'Onofrio della Fondazione Nervo Pasini - Esiste una contiguità una volta che la società non si occupa di chi è in situazioni di marginalità e il rischio che si creino problemi ancora più grossi per la società. Siamo contentissimi di fare il lavoro che facciamo che lo riteniamo qualche cosa che eticamente ci gratifica ma facciamo anche qualche cosa nell'interesse della collettività" “Le cucine economiche popolari danno risposta a persone che sono in grave marginalità. Mi piace pensare alle cucine come un laboratorio di umanità dove tutti siamo chiamati a crescere. – sottolinea la direttrice delle Cucine economiche popolari di Padova, suor Albina Zandonà – Quando entri sei una persona al di là del motivo e come tali partecipi a questo processo di crescita. Un laboratorio dove tutti cresciamo insieme. Il nostro obiettivo è quello di essere un ponte tra una situazione di disagio e una situazione di “normalità”. Desideriamo intercettare le persone cogliere i loro bisogni e potenzialità e dare prospettive diverse e uscire dalla situazione di marginalità”
Programma
La Fondazione Nervo Pasini e le CEP propongono un calendario d’iniziative che prenderanno il via sabato 17 settembre. Una lunga festa insieme alla città (dal 17 settembre al 21 marzo 2023) per raccontare i diversi servizi che vendono svolti dalle cucine economiche popolari: servizio mensa, servizio medico, docce e lavaggio vestiti e distribuzione del vestiario. Si inizia con la presentazione del libro, curato da Francesco Jori e Tiziano Vecchiato dedicato ai 140 anni delle Cucine economiche popolari, sabato 17 settembre 2022. L’appuntamento è alle ore 9.30 nella Sala della Carità, in via San Francesco 61 a Padova, con l’incontro Spezzare il pane. Le Cucine economiche popolari di Padova. 140 anni di solidarietà, titolo che ricalca quello del volume dedicato ai 140 anni delle Cucine. Sarà l’evento di apertura di un calendario di proposte che si dipanerà dal 17 settembre 2022 al 21 marzo 2023." È una storia che s’intreccia con la storia stessa della città di Padova, nella sua evoluzione e nella capacità di vedere i bisogni dei più poveri e trovare risposte non solo di emergenza ma anche di emancipazione. - conclude suor Albina Zandonà - Celebrare le Cucine significa celebrare la città di Padova e la sua capacità di essere città inclusiva. È un guardare al passato per interpretare il presente e iniziare a tessere percorsi per il futuro"
Dati del 2021
Fin dagli anni Ottanta infatti le Cucine hanno sentito l’esigenza di fornire ai loro ospiti altri servizi, oltre alla mensa, fino a trasformare quel nucleo originario in un prendersi cura globale della persona. Nell’anno 2021 si sono rivolte alle CEP 2.573 persone provenienti da 82 Paesi differenti. Il 78% sono maschi, il 22% femmine. Gli italiani sono stati 372 (14,5% del totale), di cui 298 maschi e 74 femmine. L’età media dei maschi (43 anni) è inferiore di quasi cinque anni rispetto a quella delle femmine; per entrambi i sessi non si sono registrate presenze significative di minori o anziani. Nel 2021, mensilmente si sono rivolte alle CEP oltre 700 persone, con un leggero trend a salire. Rispetto al 2020, nel 2021 c’è stato un incremento delle persone del 13%; ma rispetto al periodo pre-Covid si è registrata una notevole riduzione . Sono stati distribuiti 56.886 pasti, ma sono state anche offerte 2.083 prestazioni mediche, 2.696 docce, 867 cambi del vestiario e sono state distribuite 178 coperte. Delle 2.573 persone che si sono rivolte alle Cucine lo scorso anno, 1.955 hanno usufruito del servizio mensa, che si regge su un centinaio di volontari e 6 o 7 operatori. Il servizio medico è attivo fin dagli anni Ottanta e garantisce assistenza sanitaria anche a chi non ha accesso al servizio sanitario nazionale per motivi burocratici o di disagio sociale. Vi si alternano 14 medici, tutti volontari, sette infermieri e due farmacisti. Nel 2021 sono state effettuate 1.526 visite mediche e 557 prestazioni infermieristiche a 596 persone. Sono stati attivati anche altri servizi utili come il fermo posta per i senza dimora e lo sportello legale, gestito autonomamente dai volontari di Avvocato di Strada. La crescente richiesta di residenza fittizia ha spinto le Cep a fornire una dichiarazione di elezione di domicilio a coloro che le frequentano regolarmente per un certo periodo. Nel 2021 ne sono state fornite 51.
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