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Andreoletti: "Il legame con la città mi riempie d'orgoglio. Il mio sogno è quello di diventare un allenatore di Serie A"

Il tecnico del Padova racconta la sua filosofia calcistica e il legame con la città

Nella sede di Move - Autoteam, durante il primo appuntamento stagionale di Business Networking riservato ai partner biancoscudati, Matteo Andreoletti, allenatore del Calcio Padova, ha parlato del suo percorso, delle sue aspirazioni e del futuro, senza dimenticare il rapporto speciale che si sta creando con la città.

Dal portiere all'allenatore: l'importanza dell'equilibrio
Durante la sua carriera da giocatore il tecnico lombardo ha vestito i panni del numero 1, il portiere: "Questo ruolo ha molte affinità con quello dell'allenatore, soprattutto perché spesso ci si sente soli, nonostante il supporto dello staff e della società. Penso che questo mio passato possa darmi una mano durante la mia carriera."

La difesa a tre e i modelli di ispirazione
Andreoletti ha poi raccontato qualcosa in più sul credo tattico che lo sta portando così in alto in questa esperienza biancoscudata: "La difesa a tre mi piace molto, soprattutto perché garantisce equilibrio e permette un calcio propositivo. Non è un dogma fisso, ho giocato anche a 4. Questo sistema, però, era perfetto per le caratteristiche dei giocatori che avevo a disposizione." Tra i suoi modelli, cita allenatori come Gasperini, Di Zerbi, Giampaolo e Conte, da cui trae ispirazione su aspetti tattici, didattici e motivazionali, cercando però di mantenere la propria autenticità.

Il legame con Padova e il futuro
"La città si sta affezionando a me e questo mi riempie d'orgoglio," ammette Andreoletti. "Sono arrivato in punta di piedi, ma il supporto della società, unito al lavoro dei giocatori, ha reso possibile tutto questo." Guardando avanti, il tecnico preferisce non fare proclami: "Nel calcio i contratti contano poco, ma finché c'è fiducia e coesione, io sto benissimo qui e non vedo perché dovrei cambiare aria."

Il mister biancoscudato non nasconde, infine, le sue ambizioni: "Quando ho iniziato ad allenare avevo 25 anni. Da quel giorno ho sempre puntato al massimo. Il mio obiettivo è arrivare a essere un allenatore di Serie A. Non so se ci riuscirò, ma lavoro ogni giorno per trasformare questo sogno in realtà."

Per ora, il focus resta sul presente: un Padova competitivo, capace di sognare in grande, proprio come il suo allenatore.

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