Per la mancata osservanza dei sistemi di sicurezza, si è arrivati alla chiusura delle indagini e i relativi avvisi di garanzia
Le indagini preliminari condotte dalla Procura della Repubblica di Padova sul grave episodio di inquinamento ambientale verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2022 lungo lo scolo "Fossa Mala", nelle zone di Abano Terme e Montegrotto Terme, sono giunte alla loro conclusione. L'avviso di garanzia è stato recentemente notificato a tre dirigenti della società AcegasApsAmga SpA, ipotizzando la loro responsabilità a titolo di colpa per il reato previsto dall'articolo 452-bis del codice penale italiano.
I fatti
La vicenda ebbe inizio nella tarda mattinata del 2 novembre 2022, quando i Carabinieri Forestale di Montegrotto Terme intervennero in Via dei Colli Euganei ad Abano Terme, vicino al depuratore comunale gestito dalla suddetta società.
L'intervento fu scaturito da una segnalazione al numero unico di emergenza 112. Già all'arrivo sul posto, si constatò che lo scarico del depuratore nella "Fossa Mala" presentava anomalie cromatiche, accompagnate da una diffusa moria di pesci lungo il corso d'acqua fino allo "Scolo Rialto". Questo evento suscitò grande allarme e preoccupazione tra la popolazione locale.
Le indagini
Le indagini condotte immediatamente dai Carabinieri Forestale comprendevano prelievi e campionamenti sia presso il punto di scarico che a valle e a monte dello stesso. Le analisi eseguite dall'ARPAV rivelarono una concentrazione anomala di azoto totale, tipica di reflui domestici non depurati. Successivamente, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale dei Carabinieri Forestale di Padova prese in carico ulteriori indagini per ricostruire la dinamica degli eventi avvenuti nel periodo indicato. Si scoprì che la sera del 31 ottobre si era verificata un'inaspettata interruzione della fornitura di corrente elettrica a causa di un guasto sulla linea, che aveva causato il blocco dell'impianto di depurazione di Abano Terme. L'assenza di un sistema di controllo remoto funzionante non permise l'attivazione dell'allarme, determinando il mancato intervento delle squadre di emergenza per almeno 36 ore. Durante questo periodo, si verificò lo sversamento continuo di reflui non depurati nello scolo "Fossa Mala", causando danni irreparabili all'ambiente circostante, incluso il parco regionale dei Colli Euganei.
La pena
Le indagini hanno concluso che la società gestore dell'impianto non aveva adottato le misure tecniche adeguate per prevenire un blackout prolungato, sottovalutando così gravemente la situazione. Gli indagati rischiano pene severe in base all'articolo 452-bis del codice penale italiano, che prevede reclusione da 2 a 6 anni e multe da 10.000 a 100.000 euro. Tuttavia, potrebbero beneficiare di diminuzioni di pena in caso di delitto colposo, come previsto dall'articolo 452quinquies. È da considerare anche l'aggravante prevista dall'articolo 452-bis, poiché l'evento ha causato danni a beni ambientali protetti.
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