venerdì, 26 Aprile 2024
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India. Spirituale Kerala incantò anche gli hippy

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keralaEra la meta preferita dai “figli dei  fiori”, dai giovani che a cavallo  degli anni ’60 e ‘70 sognavano un  mondo migliore. Una sorta di “terra promessa” il Kerala, con le sue  spiagge dai colori cangianti e i suoi  richiami spirituali forti e misteriosi.  Per tanti anni hippy di tutto il mondo intrapresero avventurosi viaggi,  alcuni anche via terra dall’Europa  a bordo dei leggendari pullmini  Volkswagen, per raggiungere Goa,  Cochin, Trivandrum… Il viaggio in  India dei Beatles non fece che lievitare l’interesse verso questi luoghi  fino ad allora sconosciuti. E ancor  oggi nei baretti del lungomare di  Kovalam, pittoresco borgo di pescatori a sud di Trivandrum adagiato  su una baia dominata da un piccolo  promontorio, capita di incontrare  qualche hippy solitario in cerca di  ricordi e di emozioni mistiche. E  dopo il tramonto, sulla sabbia vulcanica della spiaggetta all’ombra  del grande faro, è suggestivo assistere a qualche improvvisato concerto  di questi giovani dalle camice a fiori  e i capelli lunghi che girano il mondo con zaino e chitarra al seguito.

Il Kerala oggi è noto agli italiani  soprattutto per la vicenda dei due  marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, arrestati a Cochin per la  controversa vicenda dei due pescatori indiani uccisi da colpi sparati  (pare) dalla petroliera Enrica Lexie il  15 febbraio 2012. Un caso ben noto  anche all’opinione pubblica locale  di cui ora si sta occupando un tribunale internazionale. Echi di cronaca  a parte, questo stato meridionale  della federazione indiana è una realtà singolare. E’ lo stato più “europeo” dell’India, e lo è per un fatto  storico importante: è il luogo del  primo sbarco europeo in India, datato 1498. Fu il navigatore portoghese Vasco De Gama ad approdarvi e  furono i portoghesi i primi a colonizzare la regione intorno a Cochin.  Lo stesso De Gama vi morì nel 1524  e venne sepolto nella chiesa di San  Francesco, per essere poi riportato  dal figlio a Lisbona. Dopo i portoghesi arrivarono gli olandesi. Quindi, nell’800, gli inglesi. Ognuna di queste presenze europee ha lasciato  traccia nel Kerala, tanto che oggi i  quartieri storici delle città conservano degli edifici in stile coloniale  davvero interessanti. In particolare  quello olandese di Cochin. Un’altra  conferma dell’anima multietnica  del Kerala arriva dal culto religioso: i cristiani (protestanti e cattolici)  sono un quarto della popolazione,  un altro quarto è musulmano e la  metà è dedita ai culti induisti.

Nasce in Kerala il famoso Kathakali, una forma espressiva di teatro-danza indiano (peraltro citato  in una delle più celebri canzoni di  Franco Battiato) ancora oggi molto viva, con tanto di scuole che ne  tramandano la complessa ritualità,  a cominciare dal trucco degli attori  che impersonano i personaggi epici e popolari di questa spettacolare  combinazione di teatro, danza, musica e rituali. A Cochin c’è una scuola di straordinario valore che ogni  giorno propone questo spettacolo  imperdibile, la cui prima parte consente di assistere dal vivo al trucco  degli attori. Tutti maschi secondo  tradizione, anche quelli che impersonano figure femminili. Un attore di Kathakali, per prepararsi alla  rappresentazione, usa particolari  tecniche di concentrazione, accompagnate da abilità e attitudine fisica.  I percussionisti, i cantanti, gli artisti  del trucco e i costumisti completano  l’insieme.

In Kerala è nato anche l’Ayurveda,  che non è solo una tecnica di massaggi ma una vera e propria filosofia  di vita finalizzata al raggiungimento  di un benessere fisico e spirituale. Tra le cose imperdibili del Kerala  figura anche la crociera sul lago (che  in realtà è una laguna) Vembanadu  a bordo delle house boat tradizionali in partenza da Kumarakom. L’escursione dura circa una giornata,  notte compresa, regalando emozioni uniche per effetto di un paesaggio  lacustre particolarmente suggestivo e di villaggi tradizionali immersi  nella vegetazione tropicale. Scompare anche il wi-fi da quelle parti e  per un momento restare connessi  solo con il proprio cuore fa davvero bene. Il momento del tramonto  vissuto a bordo della house boat è  indimenticabile. Un acquerello di  colori.

Molto bello anche il parco naturale di Peryar, il cui piatto forte è il giro in battello che consente di osservare  sulle rive molte specie animali.Non  è raro imbattersi anche in branchi di  elefanti che raggiungono le sponde  per abbeverarsi. Un santuario della  natura che comprende anche alcuni templi. Numerose (e dispettose)  le scimmiette che si incontrano  all’ingresso del parco. Il pernottamento consigliato è al Mountain  Courtyard Hotel che sorge sulle alture circostanti, in un’area dove ci  sono tantissime coltivazioni di the,  pepe e spezie varie. Lo si percepisce anche dal particolare profumo  dell’aria. Infine vale una visita anche Trivandrum, capitale del Kerala, altra  città coloniale posta vicino all’estremità sud della penisola indiana.  In lingua locale si chiama Thiruvananthapuram, ma tutti preferiscono chiamarla ancora Trivandrum,  come durante l’età coloniale. Il  Mahatma Gandhi amava chiamarla invece “la città sempre verde”.  Oggi Trivandrum è una piccola  metropoli di 800.000 abitanti, nel  cui centro storico ci sono due perle da non perdere: il Padmanabha  Swamy Temple con la sua caratteristica cupola (visibile purtroppo  solo dall’esterno dai non induisti)  e il palazzo del maraja, ricco di opere d’arte straordinarie, molte delle  quali dono di capi di stato al marajà  nel corso dei secoli. In Kerala il clima è migliore rispetto ad altre regioni dell’India.

Fa caldo tutto l’anno, ma l’umidità  è più sopportabile che altrove. Air  India ed Emirates assicurano buoni  collegamenti aerei, con scalo intermedio, dall’Italia. Quindi la regione  è facile da raggiungere. Un piccolo  tour operator di Bergamo, Viaggindia, propone anche dei viaggi su  misura. Il titolare, l’indiano Kesar  Singh, risponde alla mail kesar@ viaggindia.it Informazioni sul sito  www.viaggindia.it

Chiunque desideri fare un viaggio in India, sia che si tratti di un viaggio spirituale o altro, ha bisogno di un visto per l’India. Il visto per l’India può facilmente essere richiesto online compilando il modulo di richiesta digitale, comodamente da casa.

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