sabato, 27 Aprile 2024
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Coalizione Civica: “A Treviso avremo un’aria respirabile tra 30 anni”

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Una riflessione di Gigi Calesso della Coalizione Civica per Treviso sul report Legambiente sullo smog.

A pagina 6 dell’edizione 2023 dell’annuale rapporto “Mal’aria di città” di Legambiente si legge che Treviso è tra le città in cui, se continuiamo al ritmo tenuto dal 2011 al 2021, Treviso impiegherà oltre trent’anni a ridurre il livello di concentrazione delle polveri sottili PM10 nell’aria che respiriamo ai livelli previsti dalla Direttiva europea sulla qualità dell’aria che dovrebbero essere raggiunti entro il 2030. Insomma, continuando così, ci metteremmo più di 30 anni per avere un’aria respirabile!

Tra il 2011 e il 2021, infatti, la riduzione media di concentrazione di PM10 nella nostra città è stata dell’1%: in Veneto siamo i peggiori (insieme a Belluno che però partiva da una concentrazione media inferiore del 30% inferiore a quella di Treviso). Per quanto riguarda il biossido di azoto abbiamo fatto meglio (media di riduzione del 4% annuo, come Padova ma peggio di Verona con il suo -7% e di Rovigo con il -5%).

Non a caso, infatti, Treviso è tra le prime 10 città capoluogo di provincia per numero di sforamenti del limite di concentrazione di PM10 nell’aria: con 66 giornate siamo all’ottavo posto in questa classifica, non certo positiva.

Per evitare di avere un’aria respirabile tra più di trent’anni sono necessarie scelte politiche nette che portino a interventi incisivi di riduzione dello smog.

Le proposte

Per raggiungere gli obiettivi sono necessari interventi a livello nazionale e regionale, ma anche le amministrazioni comunali, a cominciare dalla nostra (vista la pessima situazione in cui ci troviamo) possono fare molto per contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.

1) Delineare la città (in particolare i suoi spazi pubblici) intorno a un modello di mobilità che non richieda l’utilizzo dell’autoveicolo e vietandolo in alcune zone: pedonalizzazione di alcune zone dei quartieri e riduzione della velocità massima nelle altre, disponibilità di servizi pubblici (e privati) raggiungibili a piedi o in bicicletta in 15 minuti;

2) Priorità ai ciclisti rispetto agli autoveicoli, ad esempio eliminando i sensi unici per chi va in bicicletta e realizzando le “case avanzate” ai semafori (spazio per i ciclisti prima delle auto al semaforo), altrimenti la bici rimarrà uno strumento di diporto e non verrà utilizzata nella quotidianità del lavoro, dello studio, delle commissioni.

3) Incrementare percorsi, orari, frequenze del trasporto pubblico urbano perché diventi anch’esso concretamente e ragionevolmente alternativo all’utilizzo dell’autoveicolo privato nelle attività quotidiane che vanno dal lavoro alla fruizione di spettacoli ed eventi nella serata. Ovviamente, andranno, privilegiati i mezzi ecologici, in particolare quelli elettrici.

4) Eliminare l’inquinamento derivante dall’ultimo miglio della distribuzione delle merci (sia ai clienti finali che ai rivenditori) limitando l’utilizzo dei mezzi a combustione nei centri storici per arrivare progressivamente alla loro completa sostituzione con cargo byke e veicoli elettrici.

5) Incentivare la mobilità elettrica condivisa (auto e van) anche attraverso progetti di sharing mobility per chi non vuole o non può acquistare l’automezzo elettrico ma è disponibile a utilizzarlo.

Su questo fronte a Treviso siamo drammaticamente in ritardo perché l’attuale amministrazione non ha deciso che va radicalmente messa in discussione la priorità all’autoveicolo privato nel trasporto sia delle persone che delle merci.

Di fronte alla situazione delineata anche oggi dal report non bastano le raccomandazioni, i maquillage, neppure le piste ciclabili se non sono comode e sicure o se quando finisce il percorso il ciclista viene letteralmente scaraventato in mezzo alle auto o se deve seguire i tortuosi percorsi dei sensi unici disegnati per gli autoveicoli ma che si applicano anche alle bici.

Gigi Calesso – Coalizione Civica per Treviso

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