domenica, 28 Aprile 2024
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Suicidio in carcere a Venezia: è il secondo in tre settimane

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La persona trovata morte nel bagno della cella al Santa Maria Maggiore è Alexandru Ianosi Andreeva Dimitrova

Seconda tragedia nel giro di tre settimane nel carcere di Venezia. Ieri mattina Alexandru Ianosi, accusato di aver ucciso a coltellate la moglie Lilia Patranjel a Spinea il 23 settembre 2022, si è tolto la vita. Lo ha reso noto il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe).

Ianosi aveva già manifestato tendenze autolesioniste in passato: poco dopo aver ammesso l’omicidio ed essere entrato in carcere si era infilato il manico di una scopa in un occhio, forse per punirsi.

A diffondere la notizia è stato il sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe).

“Purtroppo, il pur tempestivo intervento dell’agente di servizio non è servito a salvare l’uomo, che è stato trovato impiccato alle sbarre della cella”, spiega Giovanni Vona, segretario Sappe Triveneto. “Abbiamo sempre detto – continua Vona – che la morte di un detenuto è una sconfitta per lo Stato”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “la via più netta e radicale per fermare queste disgrazie sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Il suicidio di un detenuto, e dall’inizio dell’anno sono stati già 25, più un poliziotto che si è tolto la vita alcune settimane fa, rappresenta un forte stress per il personale di polizia e per gli altri detenuti e sconforta che le autorità politiche, penitenziarie ministeriali e regionali, pur in presenza di inquietanti eventi critici, non assumano adeguati ed urgenti provvedimenti”.

Il 6 giugno si era suicidato un altro detenuto di 39 anni, al quale era stata revocata la semilibertà per una misura cautelare in carcere disposta per reati che aveva commesso cinque anni fa.