domenica, 28 Aprile 2024
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Patrick Zaki graziato dal dittatore egiziano

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Il dittatore Al Sisi concede la grazia a Patrick Zaki

Anche i dittatori hanno bisogno di credibilità internazionale. Dopo due anni di carcere da innocente ed una condanna il giorno prima, Patrick Zaki è stato graziato dal dittatore egiziano Al Sisi. “Grazie a tutti, all’Università di Bologna, cercherò di tornare il prima possibile, già sabato“.
Gli è stato offerto un volo di stato dal governo che ha cercato di intestarsi questa vicenda, ma il giovane ricercatore egiziano, dopo aver vissuto sulla pelle il terrore della dittatura, ha preferito rimanere indipendente acquistando un volo di linea.

Patrick Zaki condannato a tre anni di carcere in Egitto “decisione controversa”

Patrick Zaki nella sua foto profilo twitter
Patrick Zaki nella sua foto profilo twitter

Tre anni di carcere nelle prigioni egiziane. Questa la sentenza emessa dai giudici del Tribunale egiziano di Mansura, a conclusione di un processo che ha affrontato accuse di diffusione di notizie false riguardanti un attentato dell’Isis e due casi di discriminazione ai danni dei copti, i cristiani d’Egitto, in un articolo pubblicato nel 2019. Il verdetto è stato pronunciato durante l’undicesima udienza del processo a carico del giovane attivista laureato in studi di genere presso l’Università di Bologna.

La sentenza, non suscettibile di ulteriori appelli, ha visto l’arresto immediato di Patrick Zaki all’interno dell’aula del tribunale, tra le urla disperate della madre e della fidanzata. È stato portato alla stazione di polizia di Gamasa in attesa del suo trasferimento in carcere. Questa decisione è stata confermata dai suoi avvocati, presenti nel momento in cui è stata emessa la sentenza.

Arresto immediato di Patrick Zaki dopo la sentenza

L’intera vicenda giudiziaria di Patrick Zaki è iniziata il 7 febbraio 2020 con il suo arresto e il giorno successivo con la formalizzazione dell’accusa. Da allora, il processo è durato tre anni e mezzo, dei quali il giovane ne ha trascorso 22 mesi in carcere. Una lunga e complessa procedura legale caratterizzata da numerosi rinvii. Solo grazie a proteste e pressioni internazionali, principalmente dall’Italia, dove Zaki stava studiando, è stato temporaneamente rilasciato prima della sentenza finale.

Questo verdetto solleva -se ce ne fosse davvero bisogno- ulteriori preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani in Egitto e ha suscitato una serie di reazioni internazionali. Mobilitate immediatamente Amnesty Italia e le associazioni studentesche ADI (associazione dottorandi italiani), UDU (unione degli universitari) e Rete Studenti Medi. L’attenzione si concentra ora sulle misure che potrebbero essere intraprese per assicurare una giusta difesa per Patrick Zaki e garantire il rispetto dei suoi diritti fondamentali durante la sua detenzione.

Arresto Zaki, Scarpa: “La lotta per i suoi diritti continua”

La trevigiana Rachele Scarpa, studentessa e la più giovane deputata del Parlamento, esprime indignazione: “La condanna a tre anni di carcere da parte dei tribunali egiziani nei confronti di Patrick Zaki è una decisione vergognosa che conferma la totale mancanza di giustizia di un processo che ha già visto Zaki deliberatamente detenuto per 22 mesi nelle brutali carceri del suo Paese, rilasciato solo dopo una mobilitazione internazionale.

Oggi ci troviamo ad assistere ad una decisione totalmente repressiva della libertà di un’altra coscienza. Lo dico da giovane studentessa di 26 anni, a cui fa ancora più male vedere un ragazzo come me portato in carcere e imbavagliato con accuse pretestuose.
Il governo non rimanga in silenzio e si faccia sentire immediatamente: non possiamo lasciare solo Patrick.”

Enrico Caccin

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