domenica, 28 Aprile 2024
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Migranti, prorogato di altri sei mesi lo stato di emergenza

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Il tema dell’immigrazione resta al centro del dibattito. Intanto l’Istat rilancia l’allarme sull’invecchiamento della popolazione italiana

Il Consiglio dei Ministri riunitosi giovedì 5 ottobre 2023 ha approvato la proroga, di 6 mesi, dello stato di emergenza già deliberato in conseguenza dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti in ingresso sul territorio nazionale attraverso le rotte migratorie del Mediterraneo.

Mentre il Commissario per l’emergenza migranti Valerio Valenti vola a Lampedusa per far visita ai centri di detenzione e per garantire interventi certi e immediati, a livello istituzionale, in Italia e in Europa si assiste ad un dibattito intenso sul tema e ad accordi che non trovano l’unità e la condivisione dei 27 paesi.

Un emergenza che secondo il Pontefice non esiste in quanto non c’è nessuna invasione di migranti” per poi aggiungere la soluzione non è respingere”.

Al meeting di Rimini il Presidente Mattarella ha dichiarato che i fenomeni migratori vanno affrontati, muri e barriere non li cancellano”. E ha parlato degli ingressi regolari come via per combattere il traffico di esseri umani.

Il tutto mentre l’Istat rilancia l’allarme sull’invecchiamento della popolazione italiana e della prospettiva a breve termine di mancanza di giovani in età lavorativa.

A lanciare l’allarme in Francia è il quotidiano “Le Monde” che titola sulla Grande Rimozione” in merito a immigrazione e lavoro. L’economia francese affronta una penuria duratura di manodopera, ed è largamente dipendente dai lavoratori immigrati: è nato all’estero il 40% delle colf, un quarto dei manovali nelle costruzioni, ma anche un sesto dei medici ospedalieri. La penuria è massiccia nell’industria che storicamente è stata costruita grazie alla manodopera straniera. Nei distretti della meccanica mancano tornitori, fresatori e altri operai specializzati, perciò ci si rivolge ai nuovi immigrati, agli ucraini, maliani, portoghesi e polacchi.

Secondo i calcoli di Neodemos, la vera emergenza sembra essere il buco demografico che si è aperto in Europa. In quarant’anni, dal 1981 al 2021, la quota di giovani sotto i quindici anni sulla popolazione è calata dal 22% al 17% in Francia, dal 18% al 14% in Germania dal 22% al 13% in Italia, dal 26& al 14% in Spagna. In dati assoluti, ci sono 800 mila giovani in meno in Francia, due milioni in Germania, quasi 3 milioni in Spagna e quasi 5 milioni di giovani in meno in Italia: una voragine a fronte dei 130 mila migranti sbarcati sulle coste italiane e che presto si dirigeranno verso altri paesi dell’Unione.

Grande rimozione” del problema oUn elefante nella stanza” utilizzando un’espressione tipica del giornalismo anglosassone, a indicare un problema colossale evidente a tutti, ma che tutti fingono di non vedere scegliendo di ignorarlo, per imbarazzo, per calcolo o opportunità, come molti politologi di destra e sinistra hanno dichiarato in questi giorni.

Sciarrotta Giulia

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