venerdì, 3 Maggio 2024
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“Volontari per la vita” nei consultori: scoppia la polemica sull’emendamento che spinge contro l’aborto

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Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, in una nota, però afferma: “Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei consultori, ciò non toglie l’urgenza di riportare i consultori al ruolo per cui furono pensati”

La presenza di “volontari per la vita” nei consultori familiari viene resa possibile da un emendamento al dl Pnrr votato in questi giorni alla Camera.

185 voti favorevoli, 115 contrari e 4 astenuti, l’Aula ha approvato così la questione di fiducia posta dal governo sul dl Pnrr, ovvero sul disegno di legge di conversione del decreto recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’emendamento “pro-life” era nel pacchetto al voto.

Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di FdI, era passato in Commissione bilancio ed è stato duramente criticato dalle opposizioni.

Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, in una nota, afferma: “Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei consultori, perché il nostro ambito di azione è la sensibilizzazione pubblica e l’influenza politica con campagne nazionali. Ciò non toglie l’urgenza di riportare i consultori al ruolo per cui furono pensati dalla Legge 194, cioè luoghi dove le donne possano essere aiutate a trovare alternative concrete all’aborto rimuovendo quelle situazioni di disagio socio-economico o di solitudine e abbandono che rendono l’autodeterminazione un vuoto slogan politico”.

La polemica è definita “dal notevole tasso ideologico e strumentale” da Domenico Menorello: il coordinatore del network “Sui tetti” ha sottolineato che “si tratta della mera trasposizione di una facoltà nota all’ordinamento» e «di per sé auspicabile alla luce del principio di sussidiarietà orizzontale”. E, in effetti, la 194 già prevede che i consultori «possono avvalersi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono aiutare la maternità difficile dopo la nascita». (Avvenire, 15 aprile 2024)

La Relazione annuale al Parlamento del 2023, contenente i dati 2021, sull’attuazione della L. 194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità per l’interruzione colonia della gravidanza (IVG) , rende noto che a partire dal 1983, il fenomeno è in continua diminuzione.

In totale nel 2021, sono state notificate 63.653 IVG (-4.2% rispetto al 2020).

Il tasso di abortività (N. IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato per una corretta valutazione del ricorso all’IVG, conferma il trend in diminuzione del fenomeno: è risultato pari a 5,3 per 1.000 nel 2021 (-2,2% rispetto al 2020). Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale.

Nel 2021 il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche.

Il ricorso all’IVG nel 2021 è diminuito in tutte le classi di età rispetto al 2020, in particolare tra le più giovani. I tassi di abortività più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Anche per il 2021 risulta prevalente il ricorso al consultorio familiare per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di IVG (42,8%), rispetto agli altri servizi (Medico di fiducia 20,3%; Servizio ostetrico-ginecologico 34,9%). Il consultorio non offre solo questo servizio ma svolge un importante ruolo nella prevenzione dell’IVG e nel supporto alle donne che decidono di interrompere la gravidanza, anche se non in maniera uniforme sul territorio.

Per quanto attiene all’obiezione di coscienza, nel 2021 il fenomeno ha riguardato il 63,6% dei ginecologi (valore in diminuzione rispetto al 64,6% del 2020), il 40,5% degli anestesisti e il 32,8% del personale non medico. Si rilevano ampie variazioni regionali per tutte e tre le categorie.

Giulia Sciarrotta

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