domenica, 28 Aprile 2024
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Discarica di via Teramo, al via la bonifica del sito inquinato a Mira

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Dagli anni Settanta sepolti 7mila fusti tossico nocivi provenienti dalle lavorazioni di Porto Marghera

Marco Dori
Marco Dori

E’ pronta a partire l’operazione di messa in sicurezza della ex discarica di via Teramo, dove dagli anni Settanta sono sepolti 7 mila fusti tossico nocivi provenienti dalle lavorazioni di Porto Marghera. Ad annunciarlo è stato direttamente nelle scorse settimane il sindaco di Mira Marco Dori. L’area che è da tempo sottoposta alla struttura commissariale per la bonifica delle discariche, è stata oggetto della preparazione del cantiere che nei prossimi mesi porterà alla bonifica del sito. Una vicenda che si trascina da 30 anni e che ora è finalmente arrivata a conclusione.

“Come amministrazione esprimiamo soddisfazione per l’avvio dei lavori – spiega il sindaco Marco Dori perché la bonifica del sito di via Teramo è una di quelle partite aperte che da tempo aspettavamo venissero portate a termine. Ora finalmente stanno allestendo il cantiere e c’è stata la consegna lavori, quindi tutto procede. In questi anni devo dire che, oltre all’azione amministrativa del Comune, è sempre stata presente anche l’attenzione dei comitati cittadini. Credo che anche per loro sia un momento positivo. La struttura commissariale ci ha spiegato anche che l’intervento prevederà la rimozione delle fonti contaminanti”.

Sulla vicenda interviene pure l’ex assessore comunale e ex assessore provinciale Guerrino Palmarini che a nome dei residenti ha chiesto che venga fatta un’assemblea per poter spiegare le operazioni che saranno portate avanti con la bonifica. Ma non finisce qui. Il primo cittadino lancia l’appello per la bonifica di tutte le altre discariche presenti sul territorio a partire da quella delle “terre rosse” o ceneri di pirite di Dogaletto. Il sito nasce a metà anni Sessanta, in piena attività di Porto Marghera. Le ceneri di pirite altro non sarebbero che scarti di lavorazione dell’area del Petrolchimico. All’epoca venne autorizzato un deposito temporaneo di ceneri di pirite che si trasformò in definitivo. Vennero portati fino a un massimo di 1 milione e 200 mila metri cubi di ceneri su un’area di 77 mila metri quadrati. A metà degli anni Novanta, dopo i conferimenti, ne sono rimasti 750 mila metri cubi. E sono ancora là o rimossi solo in minima parte.

“Per l’allontanamento delle ceneri – spiega Dori – la ditta a suo tempo aveva fatto delle previsioni, con l’utilizzo del materiale per scopi edilizi, ma non abbiamo visto movimento in tal senso. Quindi resta un sito su cui continuare ad osservare la massima attenzione, soprattutto per quel che riguarda le attività intraprese dal privato. Tutto è fermo sotto questo aspetto. Città Metropolitana di Venezia invece ha confermato che è in fase di ultimazione il progetto per implementare ulteriormente la messa in sicurezza delle acque superficiali, con interventi dedicati al perimetro dell’area. Presto abbiamo in calendario un incontro con Città Metropolitana per fare il punto della situazione”.

Alessandro Abbadir