lunedì, 29 Aprile 2024
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Microtransazioni nei videogiochi: tra business e rischi per i minori

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Microtransazioni e loot boxes: il dibattito sui rischi per i minori nel mondo post-pandemico dei videogiochi, tra successo economico e potenziali pericoli

Ci si è risvegliati, all’indomani della pandemia, in un mondo di videogiocatori. Che apprezzano veramente tutto, forse soprattutto i free to play – i giochi gratis – e non. A questo punto si evidenzia, negli ultimi anni, una tendenza sempre più crescente da parte di organizzazioni e politica volta a rendere noti gli effetti negativi sui minori delle microtransazioni nei videogiochi. Si tratti di app o videogiochi da console, le case videoludiche hanno ormai reso da tempo un must le microtransazioni per aumentare gli introiti dei loro prodotti. Generalmente piccole somme di denaro per guadagni che, per le case videoludiche, sono molto più grossi.

Sembrerà strano ma le piccole transazioni hanno rappresentato un enorme successo economico, soprattutto quando sono state integrate nelle meccaniche di gioco. Ed oggi caratterizzano i videogiochi moderni, seppur si tratti sempre di vero denaro scambiato con monete virtuali: un esempio sono le V-Buck del popolarissimo Fortnite, un free-to-play dal successo clamoroso e con un fatturato superiore ai cinque miliardi. Queste transazioni, per quanto minime, sbloccano funzionalità, oggetti, bonus, elementi interni del gioco. La critica maggiore è che queste dinamiche vadano ad alterare il gioco, ma il pericolo viene raramente evidenziato.

L’ultima novità del mondo del gioco, particolarmente controversa per i detrattori, sono le loot boxes, ovverosia le casse premio o di skin. Casse che contengono oggetti di gioco casuali o addirittura rari. Oggetti virtuali e quant’altro. Recenti studi però dimostrano che l’uso di loot boxes sia direttamente collegato ai problemi poi tipici del gioco d’azzardo. Molto spesso i videogiocatori sono minorenni, il che rende quello delle loot boxes un potenziale problema.

Quali sono i rischi per un pubblico così giovane? Potenzialmente sono tutti rischi dannosi, che sfociano in dipendenza ed alienazione. L’argomento è controverso ed è stato ignorato per anni da istituzioni e politica e continua ad essere bypassato dall’Italia. Intanto queste modalità piacciono sempre più, grazie anche alla gratificazione dopaminica che rilasciano automaticamente quando la ricompensa genera soddisfazione. Un riscontro, cioè, positivo cui però fanno seguito anche tanti effetti dannosi e negativi.

I vari paesi nel mondo hanno preso di petto il problema: la Gran Bretagna non ha tuttavia varato una situazione, la Cina ha reso illegale il gioco d’azzardo, il Belgio ha dichiarato illegali le loot boxes, eliminando un solo problema dalla radice. Negli States si va verso il varo di una legge.

L’Italia, come detto prima, è in attesa di una serie di regole comuni per risolvere una questione spinosa che rischia seriamente di sfuggire di mano. Ma ad oggi questo pacchetto condiviso di norme non c’è. Intanto le microtransazioni continuano e in attesa di una soluzione che metta tutti d’accordo, la loro popolarità non smette di crescere.

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