sabato, 27 Aprile 2024
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Il Centro salute mentale di Schio ritorna e si rinforza: impegno mantenuto verso la comunità

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Il Centro salute mentale di Schio sarà più forte di prima con un’attività di 5 giorni a settimana, l’aggiunta di nuovi specialisti e un nuovo accordo con l’Università.

Un passo in avanti compiuto con le scarpe del passato: è così che riparte l’attività del Centro Salute Mentale di Schio (Csm) dopo la sospensione a causa della pandemia da Covid e per la difficoltà di reperire personale psichiatrico. Sarà un Csm potenziato con un’attività di 5 giorni a settimana, dal lunedì al venerdì,  segnando un impegno mantenuto verso l’intera comunità locale.

All’inaugurazione, con presentazione e taglio del nastro, di questo importante ritorno hanno preso parte: l’assessore regionale alla sanità e ai servizi socio-sanitari, Manuela Lanzarin; il Direttore Generale dell’Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza; il dott. Tommaso Maniscalco, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Ulss 7 Pedemontana e il sindaco di Schio Valter Orsi.

Un primo passo

«Non appena le condizioni lo hanno consentito siamo tornati all’apertura per 5 giorni la settimana, ben consapevoli dell’importanza di questo servizio in un momento che vede un significativo incremento delle richieste assistenziali per le problematiche legate alla salute mentale – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana,  Carlo Bramezza -. Nei mesi scorsi abbiamo portato avanti un lavoro importante, in silenzio, fino al raggiungimento dell’obiettivo. Si conferma così la nostra attenzione ai servizi territoriali e in generale a garantire ai nostri pazienti la migliore presa in carico, dove possibile vicino a casa. Voglio sottolineare che questo è solo un primo passo, continueremo la ricerca di ulteriori specialisti e non appena sarà possibile estenderemo ulteriormente l’orario di attività anche al pomeriggio. Inoltre abbiamo appena rinnovato l’impianto di condizionamento e riscaldamento, con un investimento di circa 30 mila euro, con l’obiettivo di garantire agli utenti ed anche al personale un ambiente più confortevole».

L’estensione dei giorni di apertura del Csm è stata resa possibile grazie al potenziamento dello staff con l’aggiunta di due nuovi psichiatri, una specialista e una specializzanda del 4° anno che completerà la sua formazione nel giro di pochi mesi. «Il Csm di Schio serve un bacino d’utenza di circa 54.000 abitanti e opera con un modello di presa multidisciplinare – spiega il dott. Tommaso Maniscalco, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Ulss 7 Pedemontana -. Durante il periodo di apertura ridotta su 3 giorni la settimana abbiamo comunque assistito tutti i pazienti, pur dovendo indirizzarne alcuni al Centro di Salute Mentale di Thiene, mentre d’ora in avanti l’orario ampliato ci consentirà di garantire l’assistenza più vicino a casa praticamente a tutti i pazienti residenti nel territorio scledense».

Un nuovo accordo

Ma le novità non si limitano al nuovo orario esteso: il Csm di Schio fa ora parte della rete formativa della facoltà di Psichiatria dell’Università degli Studi di Padova, grazie a un accordo recentemente sottoscritto tra l’Ateneo e il Dipartimento di salute mentale dell’Ulss 7 Pedemontana. «Questo oggi ci permette di allacciare rapporti con giovani specializzandi, ospitandoli all’interno delle nostre strutture, tra cui anche il Csm di Schio, e facendo conoscere loro i servizi del nostro territorio – sottolinea il dott. Maniscalco -. In questo modo saremo più attrattivi nei confronti dei giovani specialisti, oltre che poter contare su giovani specializzandi prossimi alla conseguimento del titolo e che rappresentano già una risorsa importante per l’attività delle nostre strutture».

Le istituzioni

L’amministrazione comunale e la Regione esprimono pieno consenso verso questo potenziamento del servizio. «Assieme all’Ulss abbiamo sempre mantenuto alta l’attenzione sul Csm. Siamo sempre stati a conoscenza dei problemi legati all’impossibilità di assumere medici, ma la direzione dell’azienda sanitaria ha sempre manifestato volontà e determinazione nel risolvere questa criticità – dichiara il sindaco di Schio, Valter Orsi -. Ora torniamo all’erogazione del servizio dopo un percorso in cui siamo sempre stati aggiornati passo dopo passo. Sono molto soddisfatto anche per il miglioramento dei locali del Csm. Il lavoro portato avanti è stato premiato e ci tengo a ringraziare particolarmente la direzione dell’Ulss per aver tenuto fede all’impegno preso con la città di Schio». 

I Centri salute mentale svolgono un ruolo sempre più importante anche per i giovani. «Questa riapertura è fondamentale perché sappiamo quanto i Centri salute mentale siano importanti perché sono in collegamento con la parte sanitaria, con l’ospedale e i reparti, ma soprattutto con il territorio e con la rete delle associazioni – dichiara l’assessore Emanuela Lanzarin -. La salute mentale è, oggi, tra i principali temi di cui si occupa la Regione. Abbiamo cercato, per quanto riguarda la carenza del personale in questo settore, anche di stabilizzare il più possibile il personale che era stato assunto con dei contributi straordinari durante il periodo Covid, in modo da rafforzare sempre di più la rete degli specialisti. Stiamo cercando, oltretutto, di aprire diversi fronti per i più giovani perché siamo consapevoli del problema sempre maggiore del disagio giovanile, comprendendo quanto sia difficile oggi la transizione dall’età adolescenziale all’età adulta».

I numeri

Il Dipartimento di Salute Mentale gestisce 4 Csm aziendali, tra cui quello di Schio, e segue oltre 5.400 pazienti. «Circa 200 sono pazienti seguiti in strutture residenziali, ulteriori 500 in maniera assertiva a domicilio o tramite servizi semiresidenziali, ma la maggior parte viene assistita in regime ambulatoriale – spiega ancora il dott. Maniscalco -. Nei Centri di Salute Mentale vengono svolte diverse attività, dalle visite mediche all’accoglienza infermieristica, alle sedute di psicoterapia e alle attività di tipo somatico e farmacologico. Il tutto è coordinato attraverso progetti personalizzati di cura e riabilitazione. Per i pazienti più gravi, in fase acuta, la nostra Azienda dispone anche di 2 reparti da 16 posti letto ciascuno, negli ospedali di Santorso e di Bassano, che vengono utilizzati soprattutto per rispondere alle urgenze – aggiunge il dott. Maniscalco -. In realtà, però, la stragrande maggioranza dei nostri pazienti è seguita ambulatorialmente, ciò a dimostrare come la patologia mentale non sia necessariamente una condizione di inguaribilità, ma si possa affrontare con successo con il supporto di specialisti».