domenica, 28 Aprile 2024
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Este, Andreose: “Il coraggio delle donne salvò una famiglia ebrea dalla deportazione”

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Beatrice Andreose ricostruisce la storia di due bambini ebrei

“Il coraggio delle giuste, i salvati e la solidarietà di tanti”. Questo è stato il fulcro cardine della cerimonia che si è tenuta in Municipio a Este per ricordare la maestra Elvira Carbonin e la famiglia Turetta-Gajo che, tra il 1943 ed il 1945, contribuirono a salvare i componenti della famiglia Abrahamsohn, di origine ebrea, nascondendo due fratellini e i loro genitori in pieno centro ad Este. Una vicenda che non è mai stata narrata e che è stata rivissuta attraverso la voce di Claudio Abrahamsohn, che all’epoca dei fatti aveva 5 anni e da Clelia Turetta- Gajo, figlia di Lola.

Attraverso le ricerche di Beatrice Andreose, giornalista e studiosa di storia locale, è stata scovata negli archivi della memoria la storia di due bambini ebrei, Roberto e Claudio, della loro famiglia e di cinque donne atestine. Le donne “giuste” dall’8 settembre 1943 sino alla fine della guerra, nascosero i bambini insieme al padre Marcello Arturo Abrahamsohn in pieno centro storico. Una storia di coraggio e di determinazione che aveva reso “invisibili” agli atestini i componenti della famiglia ebrea anche se erano sotto gli occhi della Wermacht che arrivò in città nel settembre del 1943 per insediarsi al collegio Vescovile.

Alla morte di Mario Gajo, la moglie Maria e le tre figlie Sandra, Gina e Lola si trasferirono in via Monache, in un appartamento a due piani. Al secondo piano, tra due camere da letto, le donne ricavarono un armadio chiuso in ambo i lati da due tende, che funse da nascondiglio per gli ospiti come il piccolo di otto anni, Roberto Abrahamsohn. Mentre il fratellino Claudio di cinque anni, il padre e la madre Giovanna Bergo rimasero nascosti nella casa della maestra Elvira Carbonin, in via San Girolamo, fino alla fine della guerra.

“È stata una ricerca iniziata due anni fa che si concluderà con una pubblicazione il prossimo autunno – racconta Beatrice Andreose – A tratti stavo per abbandonarla per le difficoltà di reperire notizie sui protagonisti di cui nessuno, ad Este, ricordava nulla. Ma era una storia talmente bella e forte che ho continuato a cercare finché alla fine sono riuscita a ricostruire tutte le tessere di un racconto importante”. 

Giada Zandonà