Quattro frazioni in bilico: un servizio essenziale come le Poste potrebbe scomparire a brevissimo. Il piano di organizzazione calato dall’alto infatti dovrebbe scattare il prossimo 13 aprile. Al momento la chiusura dovrebbe interessare gli sportelli di Bellombra, Cavanella Po, Ca’ Venier e Grillara. Comprensibili l’allarme e la rabbia che questa prospettiva ha scatenato nei paesi, dove l’ufficio postale è giustamente visto come un punto di riferimento irrinunciabile. E’ subito partita anche la mobilitazione sindacale. Il segretario regionale della Slp-Cisl Fabio Colombo, ha infatti preannunciato “un summit a metà marzo proprio nel capoluogo etrusco, per coinvolgere i lavoratori e gli amministratori comunali cui chiederemo di partecipare economicamente per tutelare i posti di lavoro a rischio“. Purtroppo gli auspici non appaiono dei migliori. Si è concluso con un nulla di fatto il vertice tra una delegazione di amministratori guidati dal sin- daco Massimo Bobo Barbujani e la direttrice provinciale di Poste spa, Beatrice Bacchiocchi. L’abboccamento si è tenuto il 13 febbraio ma non ha concluso granché. Come riferito dal sindaco la direttrice si è di fatto trincerata dietro un eloquente “non dipende da me, sono direttive che mi arrivano dall’alto”. Il sindaco però non appare intenzionato a mollare tanto facilmente l’osso: “Porterò l’istanza del Polesine fino a Montecitorio e a Palazzo Madama – promette infatti – tramite i nostri parlamentari Emanuela Munerato, Bartolomeo Amidei, Diego Crivellari, Giovanni Endrizzi”. Ma, oltre alle proteste, sono emerse anche proposte concrete, come “la diminuzione dei canoni d’affitto del 50% per Cavanella Po. Per Bellombra, invece, visto che si parla di 270 euro mensili, possiamo scendere ulteriormente e prenderci in carico la ristrutturazione dell’edificio”. Un’altra strada potrebbe essere limitare i giorni di apertura. “Abbiamo esposto - conferma il sindaco - un piano di limitazione delle aperture, da tre a due a settimana per Bellombra, e da 2 a una per Cavanella Po. Almeno, abbiamo portato a casa una certezza per Baricetta e Bottrighe: la Bacchiocchi ci ha assicurato che quegli uffici risultano produttivi, o almeno riescono ampiamente a coprire i costi di gestione e del personale”. Il problema sta infatti tutto lì. “Abbiamo capito che per loro è solo questione di numeri - chiude il sindaco - Poste applica rigorosi standard di produttività e gli uffici che non riescono a rispettarli semplicemente chiudono”.
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