“L’apparato della sicurezza nell’area bassopolesana è alla canna del gas. Sempre meno uomini in servizio a fronte di tanti compiti ed emergenze in costante aumento, vedi la gestione dei fenomeni migratori: uno stato di cose che da tempo ci impedisce di fare in pieno la nostra missione e svolgere al meglio le attività a cui siamo deputati”. È forte il grido d’allarme lanciato dal segretario provinciale del Sindacato autonomo di polizia di Rovigo Fabio Ballestriero nel descrivere lo stato di debilitazione del corpo di Polizia di Stato, alle prese con croniche carenze di organico che rendono faticosa l’assicurazione dei dispositivi di sicurezza e una cura efficace delle esigenze dei cittadini, in particolare nei confronti dei particolarmente fastidiosi e frequenti reati predatori. Una situazione che non ha risparmiato neppure Adria e il suo commissariato. “Se da un lato a Rovigo riusciamo con fatica a garantire dignitosamente la sicurezza, nella rimanente parte di territorio non abbiamo le risorse per fare la stessa cosa: ad Adria, ad esempio, abbiamo appena 25 uomini, contro gli oltre 30 del 2010. Non c’è un effettivo turnover, pensionamenti e trasferimenti non vengono sostituiti. E non sembra esserci alcuna novità all’orizzonte, dato che l’ultima movimentazione di personale non ha visto assegnare ad Adria nessuno. Nonostante questa flessione del 15%, di uomini non ne sono stati mandati”. Una deriva che secondo il Sap dovrebbe richiamare l’attenzione della politica, quindi dei sindaci e dei parlamentari polesani. “Da cui invece - prosegue Ballestriero - noto un certo disinteresse. Suona un po’ strano che dobbiamo essere noi, come organizzazione sindacale, a rivendicare il diritto dei nostri colleghi di lavorare in condizioni migliori. Noi all’opinione pubblica e alla politica lo stiamo dicendo, ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità per questa situazione impietosa”. Ulteriormente aggravata negli ultimi anni dall’intensificarsi dei flussi migratori, che interessano particolarmente Cavanella Po, frazione di Adria: “Siamo noi come Polizia a dover affrontare esclusivamente il fenomeno. Trattiamo noi le pratiche amministrative, l’attività giudiziaria, il fotosegnalamento e gli spostamenti. Nonostante questo contesto di contrazione di organico, l’impegno che ci è richiesto è accresciuto notevolmente. Come facciamo in questo modo a rispondere alle esigenze dei cittadini?”. Senza considerare il dato relativo all’età media del personale della provincia di Rovigo, “all’incirca di 46 anni. Ciò significa che la stragrande maggioranza di noi è anziana. Ma la realtà dei fatti è questa - conclude il segretario - e speriamo che questo silenzio preoccupante finisca e che qualcuno si svegli, cominciando a puntare i piedi nelle sedi opportune”. Stefano Chiarelli
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