La denuncia dei 5 stelle adriesi a seguito della segnalazione di alcuni pazienti. “Il reparto rischia la chiusura perché depauperato del personale assolutamente necessario alla sua sopravvivenza”
La sanità di Adria ancora al centro di perplessità e polemiche: a riaccendere i riflettori sull’ospedale della città etrusca questa volta è il Movimento 5 Stelle che, a seguito di alcune segnalazioni ricevute, si esprime sul reparto di Oncologia del nosocomio, in particolare sulla presenza in loco di un solo medico oncologo. “Stiamo ricevendo una serie di segnalazioni che ci lasciano basiti: si tratta dei pazienti che usufruiscono del servizio di Oncologia, Unità Operativa situata presso il Dipartimento di Medicina. Anche questo servizio, nato per essere il fiore all’occhiello del nostro Ospedale, voluto dall’allora Dirigente Dott. Giuseppe Dal Ben, rischia la chiusura perché depauperato del personale assolutamente necessario alla sua sopravvivenza” dichiarano i grillini. L’Unità presente all’interno dell’Ospedale è dotata di cinque poltrone per le terapie infusionali, di una stanza per le degenze diurne, di ambulatori, segreteria, sale d’aspetto e di tutti gli ambienti necessari alla gestione dell’attività. “Tale servizio è stato riconosciuto da più parti come estremamente importante nell’offrire ai pazienti oncologici le cure indispensabili per le loro patologie, tanto che vi ricorreva un numero sempre maggiore di pazienti da tutta la Provincia – commenta il Movimento -. Ora, la presenza in servizio di un solo oncologo rischia di vanificare il lavoro minuziosamente costruito in questi anni. Mentre i casi di tumori nella popolazione aumentano, si ridimensiona di fatto l’aiuto da dare”. “Di fatto, perché non incrementando il personale e i mezzi del Reparto, le sue potenzialità non possono che ridursi, a tutto discapito delle speranze di una diagnosi veloce e delle speranze di guarigione che i pazienti oncologici riponevano nell’Unità Operativa”. Ad evidenziare la criticità della situazione era stato, qualche mese fa, anche il segretario generale FP Cgil Rovigo, Davide Benazzo, ma nulla è stato ancora risolto per arginare la riduzione di questo servizio sanitario e il conseguente isolamento professionale, nonostante l’aumento dei casi e delle richieste da gran parte del Basso Polesine. Gaia Ferrarese
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