Il Pd Adria si fa avanti e dà voce ai dubbi e alle preoccupazioni della popolazione adriese in merito al destino dell'Ospedale
Ospedale Adria
"Molti sono gli allarmi, gli interrogativi e le preoccupazioni sul destino dell'ospedale di Adria che il PD da tempo ha posto in primo luogo alla Direzione Generale dell’Ulss Polesana ed alla stessa Regione Veneto, che tuttavia non hanno trovato risposta se non rassicurazioni di facciata, che sistematicamente non si sono concretizzate". "L'inarrestabile decimazione dei posti letto ospedalieri, la soppressione di interi reparti o il loro trasferimento dimostrano che non vi è alcuna volontà di tutelare un bene così prezioso ed indispensabile per la città e per tutto il territorio circostante". "Il nuovo Atto Aziendale 2020 ratifica la soppressione dei Dipartimenti presenti nell’ospedale di Adria che comprendono al loro interno le singole Unità Operative, operazione che mina l’autonomia e l’indipendenza della struttura che rischia di diventare un morente distaccamento dell’ospedale civile di Rovigo. Ad oggi sono venuti meno i reparti di Psichiatria, Oncologia, ORL, di terapia intensiva cardiologica, di lungodegenza, nonché azzerata l'attività del laboratorio analisi e, da ultimo, il trasferimento temporaneo ma “sine die” di Pediatria a Rovigo. Il PD chiede la revisione dell’Atto Aziendale, in quanto non compatibile con le esigenze territoriali e l’apertura di un confronto con il Comune e le organizzazioni sindacali dei dipendenti e dei medici". "Il progressivo smantellamento avrà come naturale conseguenza la definitiva morte della struttura pubblica, da cui stanno traendo vantaggio le case di cura private convenzionate, alle quali si rivolgono sempre più pazienti-utenti, che trovano difficoltà nell’accesso alla struttura pubblica, penalizzata dalle lunghe liste d'attesa e dai continui tagli delle prestazioni erogate". "La città, a partire dalla chiusura del Tribunale, è oggetto di un silenzioso saccheggio. L'ospedale per anni ha erogato prestazioni socio sanitarie eccellenti a tutto il territorio bassopolesano e non solo, servendo un bacino di utenti provenienti da altre province ed anche dalla bassa ferrarese ha garantito parità di accesso alle cure a tutti i cittadini , permettendo anche di creare un indotto virtuoso che ha non solo generato più salute , ma anche creato mobilità ed inciso positivamente sull'economia della città". "Che cosa può indurre una regione a chiudere gli ospedali se non la mera logica dei numeri? La vita di un reparto dipende dalla quantità o dalla qualità delle prestazioni erogate? Non vi è dubbio che gli occhi delle aziende siano rivolti prevalentemente ai loro bilanci, ma ciò che si dimentica è che quando un reparto , indipendentemente dalle sue dimensioni, ha al suo interno gli strumenti e soprattutto personale sanitario formato e preparato fornisce prestazioni di qualità in grado di generare nuova domanda di salute , diventando nel tempo un servizio efficiente dal punto di vista economico ed efficacie da quello sanitario". "La salute non è merce in vendita, è un diritto costituzionalmente garantito a tutti i cittadini in ugual misura e va difeso, preservato in tutti i modi, soprattutto quando viene messo a rischio da decisioni politiche che vanno in direzione del tutto opposta a quello del benessere fisico e psichico di una intera comunità". "L'invecchiamento della popolazione, la fuga dei giovani dal nostro territorio a causa della persistente carenza di lavoro ed il conseguente calo delle nascite sono i primi mali incurabili del nostro territorio, che la chiusura di un ospedale non può fare altro che peggiorare". "L'evoluzione demografica, e socio economica hanno dato origine a nuove domande di salute. Nel nostro territorio, in linea con i dati dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sono in aumento le patologie legate alla salute mentale, in particolare depressione ed ansia, con un abbassamento dell'età in cui si presentano questi disturbi e con una maggiore incidenza fra la popolazione femminile. Questo comporta una maggior rischio di dipendenze da alcol, droghe e gioco". "Così come un elevato numero di anziani nel territorio comporta un maggior numero di malattie senili, come Alzheimer, patologie neurodegenerative, e la necessità di una serie di servizi socio assistenziali che affrontino il problema della solitudine e della mancanza di autonomia". "Questi dati dovrebbero indurre la politica ad implementare le proprie strutture ospedaliere e sanitarie pubbliche per affrontare la domanda di salute che si evolve in linea con l'evoluzione demografica, essa dovrebbe investire risorse affinchè gli ospedali siano al passo con le esigenze sanitarie del territorio in modo che l'offerta di salute risponda adeguatamente alla domanda e che abbia come obiettivo il benessere della comunità". "Il Partito Democratico da tempo ravvisa la necessità che la questione sia affrontata con maggior decisione ed incisività sia a livello istituzionale con una concreta presa di posizione del Sindaco e della Giunta sul tema, ma soprattutto attraverso il coinvolgimento di tutte le articolazioni, affinchè si diffonda una piena consapevolezza collettiva della gravità del problema. Il PD chiede quindi all’Amministrazione Comunale di rendere noti i contenuti approvati con l’ordine del giorno in Consiglio, affinchè azioni concrete possano essere assunte anche dai sindacati di categoria, associazioni, ordini professionali e da tutti i cittadini, per scongiurare l’operatività di questo atto aziendale che, così come congegnato, si tradurrebbe in un colpo mortale per la città e tutto il territorio bassopolesano". "Tina Anselmi quando ideò il sistema sanitario nazionale, universale e gratuito per tutti non sognava la luna, sognava la Normalità. Perchè oggi è così difficile pensare che sia ”normale” che una città ed un territorio abbia un ospedale pubblico?".
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