Con l’impianto di upgrading biometano, l’azienda sarà in grado di immettere direttamente biometano in rete
Bottrighe, il nuovo impianto di biometano alla Mater-Biotech
Intesa San Paolo e Novamont hanno sottoscritto un accordo per un finanziamento da venti milioni di euro destinato a due interventi innovativi nell’ambito dell’economia circolare. Nello stabilimento di Terni verrà completato il primo impianto al mondo per la generazione da fonte rinnovabile di un nuovo monomero per la produzione di biomateriali. Lo stabilimento Mater-Biotech di Bottrighe, primo al mondo di biobutandiolo, diventa, altresì, il più efficiente centro in Europa per la produzione di intermedi chimici da fonte rinnovabile, grazie alla costruzione di un impianto per biogas di elevata qualità. Ciò consente di convertire il proprio biogas in biometano da immettere anche nella rete nazionale. I sottoprodotti della produzione vengono infatti utilizzati per soddisfare il fabbisogno energetico della fabbrica, ottimizzando il ciclo di vita dell’intero processo, secondo un approccio circolare in cui gli scarti tornano ad essere risorse, con notevoli risparmi energetici. Tra le diverse soluzioni di efficientamento in uso a Mater-Biotech, ci sono un sistema a ricompressione meccanica per lo sfruttamento di tutti i cascami termici altrimenti dispersi, un sistema di cogenerazione e un biodigestore. Quest’ultimo, attraverso un processo altamente tecnologico, degrada i sottoprodotti di produzione e li converte in fonte energetica, nello specifico in biogas, che viene poi bruciato in una caldaia bifuel, cioè che può funzionare a gas naturale o a biogas, per generare vapore, poi ridistribuito alla fabbrica ed utilizzato ai fini produttivi. Con l’impianto di upgrading biometano, l’azienda sarà in grado di immettere direttamente biometano in rete e si renderà ancora più autosufficiente da un punto di vista energetico, compensando il gas naturale che attualmente preleva dalla rete per generare energia elettrica, con biometano che cederà alla rete stessa. Soluzione che consente una maggiore efficienza energetica, che da una parte si traduce in risparmio per l’azienda, dall’altra in un impatto ridotto delle emissioni di Co2 in atmosfera. “Il progetto che abbiamo avviato trent’anni fa- spiega Catia Bastioli amministratore delegato di Novamont- è oggi un vero e proprio dimostratore a livello italiano, che alimenta diverse filiere di grande valore presente nel Paese in una logica di riprogettazione sistematica, trasformativa e multidisciplinare. I due interventi nei nostri siti produttivi di Terni e Bottrighe rappresentano un ulteriore passo in avanti in questa direzione”. Roberto Marangoni
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