È dedicata a Gian Francesco Malipiero la XIX edizione del Festival Musicale Internazionale Giovanile Gioie Musicali che si svolgerà ad Asolo dal 2 al 16 luglio 2023.
«Nell'autunno del 1917, un amico americano aveva messo a mia disposizione il suo studio, nella villa che a suo tempo ospitò il figlio del poeta inglese Robert Browning (...) Che cos'era allora Asolo? Due file di case, che si tenevano in piedi quasi per miracolo. Nel centro della città esse sviluppavano un quadrato e le botteghe, le osterie e i caffè sprovvisti di insegne, bisognava scoprirli tant'erano umili e intonati col carattere del paesaggio». Gian Francesco Malipiero in “Risveglio: primavera 1945”
È dedicata a Gian Francesco Malipiero la XIX edizione del Festival Musicale Internazionale Giovanile Gioie Musicali che si svolgerà ad Asolo dal 2 al 16 luglio 2023. Malipiero 50 è il titolo dell’edizione 2023 del Festival, che ricorda il 50° della scomparsa del compositore veneziano che visse lungamente ad Asolo, nella suggestiva Casa-Museo chiusa al pubblico e che Musikdrama APS è da anni impegnata a valorizzare con interviste ai grandi protagonisti di Gioie Musicali.
Il Festival permetterà di ascoltare una parte dello sterminato catalogo di Gian Francesco Malipiero ma, soprattutto, ne onorerà l’opera artistica nel borgo che scelse come residenza: un’opera immensa quantitativamente e qualitativamente, realizzata con studi approfonditi e grande consapevolezza, ma anche alimentando la propria fantasia e difendendo la propria libertà. Che sono le stesse qualità che Musikdrama APS, con i suoi progetti, coltiva e stimola nei giovani musicisti da 25 anni. Dopo l’anteprima a Montebelluna per la Festa della Musica, che ha celebrato il 25mo anniversario della morte di Gastone Limarilli con un concerto lirico e sinfonico, Gioie Musicali entra nel vivo con
10 appuntamenti ad Asolo (tutti a ingresso libero), da sempre sede principale del Festival. E rinnova l’invito, agli artisti e al pubblico, ai docenti e agli studenti, a vivere la musica come felicità, emozione, comunicazione.
UNA COMUNITÀ MUSICALE
Gioie Musicali è un festival nato nel 2005 come segmento di un circolo virtuoso che, partendo da LaRé – Orchestra Giovanile La Réjouissance, rappresenta il “premio formativo” dei suoi componenti e allo stesso tempo attira altri giovani musicisti, ampliando così il gruppo dei partecipanti. Nelle sue precedenti 18 edizioni annuali, ha coinvolto ogni anno circa
100 bambini e ragazzi nelle attività musicali con workshop di improvvisazione e creatività musicale, sonorizzazione e orchestra sinfonica, spaziando dalla musica classica al jazz, dal pop al rock fino alla musica tradizionale, con un team di formatori accuratamente scelto.

Ha ospitato anche orchestre ed ensembles provenienti sia dall’Italia che da vari Paesi d’Europa e promosso opportunità di concerti per vincitori di concorsi nazionali e giovani selezionati da ulteriori enti ed associazioni con cui il festival lavora in rete. Tutto questo, grazie alla grande “comunità musicale” nata intorno a LaRé e al suo Festival, fatta di ragazzi e famiglie, docenti e “Réjouissancer forever” che all’orchestra sono rimasti legati anche se sono ormai adulti, spesso musicisti affermati. E grazie anche all’impegno delle istituzioni locali, alla partecipazione di associazioni culturali, al sostegno delle imprese ma anche di privati cittadini: come tutte le Gioie, anche quelle musicali diventano più grandi se condivise.
UN CONCERTO INAUGURALE SORPRENDENTE
Ad aprire la rassegna saranno, domenica 2 luglio (ore 21 alla chiesa di San Gottardo in Asolo) il Trio Johannes con Simonide Branconi, viola, e Paolo Borsarelli, contrabbasso: un Trio dalla storia trentennale con due amici di lungo corso per cinque strumentisti di assoluto prestigio (tre Prime Parti del Teatro alla Scala), che con questo concerto ricorderanno il dottor Aldo Vaccari, pioniere dello sport system montebellunese, nel centenario della nascita.
IL “DEBUTTO” DEL PIANOFORTE Per la prima volta una delle attività formative di Gioie Musicali è dedicata al pianoforte. E per la prima volta il programma del Festival accoglie il “Summer Camp” del Master di Secondo Livello “Play&Rec” del Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo. Tutto questo è stato possibile grazie a
Roberto Prosseda, che nella sua incessante attività formativa è anche ideatore e coordinatore di questo Master, concepito per offrire una formazione completa ai giovani pianisti che intendono intraprendere una carriera professionale. Dal 3 al 9 luglio, dunque, saranno ad Asolo i pianisti allievi del Master, che frequenteranno le lezioni individuali di pianoforte con lo stesso Roberto Prosseda, Enrico Pompili ed Emanuele Delucchi, master class con Boris Petrushansky, Bruno Monsaingeon, Valentina Lo Surdo e Marcello Nardis, e workshop volti a fornire tutti gli strumenti necessari a intraprendere l’attività concertistica: dall’interpretazione pianistica alle strategie di comunicazione. Il pubblico di Gioie Musicali avrà, invece, l’opportunità di partecipare a ben cinque appuntamenti sia con i giovani talenti del pianoforte, già impegnati in apprezzate carriere concertistiche, sia con i docenti del Master: una grande opportunità per conoscere i candidati ad essere protagonisti della grande musica di domani, per ascoltare l’esperienza – in forma di musica ma anche di parole – dei protagonisti della musica di oggi, e per apprezzare uno dei più innovativi progetti formativi accademici. Sempre nel segno di quella trasversale, informale e spesso sorprendente esperienza musicale che Gioie Musicali offre dal 2005.
FILMARE LA MUSICA Sabato 8 luglio (ore 18 al Teatro Duse) Bruno Monsaingeon, regista e violinista francese che sarà anche uno dei più autorevoli docenti del Master Rec&Play, sarà protagonista dell’incontro pubblico intitolato “Filmare la musica”. In tale occasione presenterà alcuni dei suoi documentari dedicati ai grandi interpreti del Novecento con la proiezione di alcuni estratti, e la prima proiezione assoluta del nuovo documentario dedicato all’Arod Quartet, “Ménage à 4”, in cui Monsaingeon ha voluto affrontare, oltre a quelli artistici, temi propri della vita in quartetto: risolvere conflitti, lavorare insieme, viaggiare e fare tournée senza trascurare la propria vita personale. Un’autentica “lezione” per i giovani musicisti del Festival, un significativo spaccato di “vita musicale” raccontata da un grande artista delle immagini per tutto il pubblico.
IL PREMIO GIOIE MUSICALI Il Premio Gioie Musicali 2023 – IV edizione, è stato assegnato a Roberto Prosseda. Dopo il pianista Riccardo Risaliti (Premio Gioie Musicali 2020), il violista Bruno Giuranna (Premio Gioie Musicali 2021) e il flautista e direttore d’orchestra Giovanni Antonini (Premio Gioie Musical 2022) il celebre pianista ritirerà il premio domenica 8 luglio (ore 21 a San Gottardo) nel corso dell’appuntamento “Poemi Asolani”, durante il quale proporrà una lezione concerto sulla musica di Gian Francesco Malipiero, intervistato dalla giornalista culturale Marina Grasso. Il Premio Gioie Musicali, istituito nel 2020, viene assegnato annualmente a una importante personalità del mondo musicale distintasi per la dedizione alla formazione dei giovani e per la gioia che ha dato al mondo musicale. Consiste nella scultura dell’artista Giovanni Casellato “L’aquilone di Filippo”: un lavoro iconico che ben rappresenta la visione e la missione di Gioie Musicali, il filo che lega le giovani generazioni in volo all’esperienza e alla passione dei Maestri. Simbolo di leggerezza, di gioco, di volo verso l’altro, l’aquilone riesce a volare solo se ha un filo che tira in senso contrario…così il maestro e l’allievo.
LE COLLABORAZIONI Oltre alla nuova collaborazione con il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo, si rinnova anche la collaborazione con il Concorso Nazionale “Città di Piove di Sacco”, di cui il Festival ospita tradizionalmente uno dei vincitori. Domenica 9 luglio (ore 21), nella Sala della Ragione di Asolo, concerto della vincitrice dell’edizione 2023, la pianista trevigiana Vera Cecino.
I LABORATORI Il Laboratorio di musica klezmer e balcanica (10-14 luglio) è la proposta 2023 di Francesco Socal, che da molti anni conduce a gioie musicali laboratori di musica di insieme basati su un approccio aperto e creativo alla musica finalizzati a creare lo spettacolo conclusivo (quest’anno il 14 luglio), nei quali musicisti di diverse età e formazioni, strumenti d’orchestra e strumentini casuali concorrono insieme a creare, arrangiare ed eseguire musiche originali senza o quasi l’ausilio delle parti. Questo approccio non abituale, solo apparentemente antitetico a quello tradizionale/istituzionale, ha forti radici nella genesi dei generi popolari ed improvvisativi che poi tanto hanno dato alla tradizione classica, risultando quindi ad essa perfettamente complementare. Esso permette inoltre di lavorare ad organico indeterminato (è la musica a dover “calzare” sull’ensemble, e non viceversa) e si rivela spesso la chiave per liberare nei ragazzi talenti, motivazioni e potenzialità altrimenti inesprimibili. Oltreché per fare della musica nuova, potente, imprevedibile.
Il Laboratorio Orchestrale di Musica da Film (8-16 luglio) è un’altra delle proposte “storiche” del festival, che riprende dopo 4 anni con il ritorno di Mike Applebaum, trombettista e direttore d’orchestra americano dal curriculum straordinario, la cui energia e sensibilità, umana e musicale, sono state a lungo di casa al Festival. Il laboratorio prevede prove a sezioni dirette e coordinate da “ex ragazzi” dell’orchestra LaRé, ora affermati professionisti (“Réjouissancer forever”) e prove d’insieme con il direttore, che è anche l’autore degli arrangiamenti realizzati anche con l’intento di far partecipare alle Gioie del concerto conclusivo (previsto per domenica 16 luglio) tutti i partecipanti con le loro diverse abilità ed esperienze. In quell’occasione, il concerto sarà accompagnato da clip dei film di cui l’orchestra eseguirà le colonne sonore, anche questi montati da Réjouissance per sempre con spiccate abilità digitali.
IL TERRITORIO Gioie Musicali è anche dialogo con lo straordinario territorio che da 19 anni ospita la manifestazione.
Per questo la serata dal 14 luglio proporrà anche una presentazione della Riserva della Biosfera Mab UNESCO Monte Grappa, in cui Musikrama APS ha creduto fin dalla sottoscrizione della lettera diendorsement alla candidatura.
MALIPIERO 50 ANNI DOPO «Quando il presente non faceva rimpiangere il passato, i musicisti, coll'atto di morte, sparivano pure dalla vita musicale», scriveva Gian Francesco Malipiero nella prefazione del suo libro “Antonio Vivaldi, il prete rosso” (1958). Oggi, a cinquant’anni dalla morte, l’impegno di molte istituzioni musicali è quello di contrastare l’insistita e colpevole amnesia in cui sembra essere avvolta la sua produzione musicale. E non si tratta solo di un ribaltamento dei tempi che fanno rimpiangere il passato, come con il suo stile pungente afferma lo stesso Malipiero, ma di valorizzare la produzione dell’autore italiano più prolifico del teatro musicale (quarantasei titoli fra opere, balletti e musiche di scena, senza dimenticare la corposa produzione sinfonico-cameristica), di un grande innovatore della musica del Novecento ma anche di uno studioso infaticabile della tradizione musicale italiana. Fu, infatti, l’animatore dell’impresa editoriale dei Classici della musica italiana patrocinata da D’Annunzio ed anche il curatore dell’opera omnia di Monteverdi e di Vivaldi. Un’attività che durò quasi quanto la sua lunga vita, dettata dal desiderio patriottico «di conoscere il nostro passato e di reagire contro la sopraffazione degli studiosi stranieri che interpretavano a modo loro la nostra musica». Fu anche uno studio che gli fece rinvenire nel passato l’artigianalità e l’inesauribile ricchezza melodica che alimentava la sua insofferenza verso ogni costrizione formale, in particolare verso il tematismo, tanto da indurlo a costruire un originale linguaggio diatonico idoneo a sviluppare le sue inesauribili idee musicali e quelle accese variazioni di intenzioni che causarono non poco turbamento nel pubblico. E che le celebrazioni del cinquantennale dalla morte potrebbero, vorrebbero, dovrebbero valorizzare. Ma oltre al suo immenso patrimonio artistico,
Malipiero ha lasciato ad Asolo anche uno straordinario segno della sua lunga presenza nel Borgo: la sua casa nel Foresto Vecchio, una Casa-Museo oggi chiusa al pubblico per una serie di motivi sicuramente plausibilissimi ma che, di fatto, fanno trovare la porta sbarrata a numerosissimi aspiranti visitatori di quel luogo che, secondo le volontà del compositore ne ospita, in un recesso del giardino, anche la tomba. Nell’ambito del Festival Gioie Musicali, Musikdrama APS ha già iniziato - grazie anche alla collaborazione della Fondazione Centro Musicale Malipiero - a dare una significativa, coerente e non effimera visibilità a quel luogo affascinante, ricco della levatura culturale e della poliedrica curiosità di chi vi visse.
Gian Francesco Malipiero scomparso a 91 anni compiuti, all’ospedale di Treviso il 1° agosto 1973, nacque a Venezia il 10 marzo 1882 in una famiglia di notevoli tradizioni e cultura musicali (il padre era direttore d'orchestra e il nonno, compositore, fu molto stimato da Rossini). Studiò al Conservatorio di Vienna, quindi a Venezia, a Bologna e Berlino ed entrando, poco più che ventenne, in contatto con il mondo musicale parigino. Ed anche con Alfredo Casella e Gabriele D’Annunzio, nonché con il suo coetaneo Igor Stravinskij. Dopo aver insegnato per qualche anno al Conservatorio di Parma (dal '21 al '24) elesse Asolo a sua dimora per dedicarsi alla composizione lontano dal più grande nemico della musica: il rumore. Successivamente tornò all'insegnamento, ma al Conservatorio di Venezia - che diresse dal '39 al '52 - svolgendo anche l'attività di docente di storia della musica all'Università di Padova. Poi, il ritiro definitivo ad Asolo, nella quale visse il suo isolamento in affettuoso ma anche polemico contatto con i maggiori protagonisti della vicenda musicale novecentesca. Ricevendo le visite di Schoenberg, Pierre de Polignac, Monet, Poulenc, del giovane Luigi Nono e molti altri musicisti, pittori e scrittori di fama internazionale. E soprattutto di Stravinskij, suo ospite nel 1957 che ha lasciato anche una viva testimonianza di come il compositore veneziano viveva: «Una recente visita al compositore Malipiero ad Asolo, mi ha fatto fortemente ricordare D'Annunzio. Malipiero ha una casa molto straordinaria e non del tutto dannunziana, un bell'edificio in stile veneziano sul pendio di una collina. Si passa, entrando, sotto un'iscrizione latina e ci si tuffa nella notte più oscura. Il buio è in deferenza a coppie di civette che, da gabbie coperte e riposte in angoli oscuri, emettono le due note (Mi bemolle Re) intonate a quello che Malipiero sta suonando al pianoforte. Nel giardino ci sono i segni dell'affezione per altre pennute creature di Dio: delle galline sono state sepolte in tombe contrassegnate; le galline di Malipiero muoiono di vecchiaia». In quella casa carica di suggestioni, libri e collezioni eclettiche (oggi in gran parte disperse), l'attività di Malipiero fu quasi frenetica: la produzione musicale malipierana è incredibilmente vasta e attraversa tutti i generi e le forme della musica: dal teatro al concerto, dalla musica da camera alla sinfonia fino alla musica sacra, passando per la critica musicale e quella letteraria.
MUSIKDRAMA A CASA MALIPIERO Dal 2020, in accordo con la Fondazione Centro Musicale Malipiero Musikdrama realizza delle videointerviste agli artisti ospiti di Gioie Musicali nella Casa Museo Gian Francesco Malipiero. Dialoghi a cura della giornalista culturale Marina Grasso che legano il nome di Malipiero alle esperienze musicali e alle osservazioni culturali degli ospiti del Festival, costituendo una sorta di ponte tra le austere atmosfere della casa e la dinamica realtà musicale contemporanea. Continuando quella riscoperta del passato con idee sempre nuove e fresche che costituisce l’aspetto più emblematico che lega gran parte della produzione musicale e culturale malipieriana.
Anche quest’anno, durante il Festival, Casa Malipiero sarà straordinariamente aperta solo per Musikdrama, che vi incontrerà nuovi ospiti e continuare il ciclo di interviste già pubblicate sui canali social.