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30.06.2023 - 19:46
«Vogliamo quindi una chiamata alle arti, l’arte della parola, del gesto, dello sguardo… l’arte dell’incontro, nella quale da anni ci mettiamo in gioco, grazie all’esperienza di singoli e associazioni da qui e da altrove. E’ un lavoro fatto di gesti che apprendono dai gesti altrui, di parole che si arricchiscono nel dialogo, di sguardi che imparano a vedere quello che non è già nei nostri occhi, per riuscire ad incontrarci nelle relazioni di ogni giorno, in quella “vita condivisa” che permette ad un territorio di continuare a generare futuro per tutti. Non una rassegna di “arti da ammirare”, quanto una chiamata a lasciarsi coinvolgere, per diventare “artisti del quotidiano” e osare cambiamento nel costruire il mondo di tutti. Con scelte concrete possibili a ciascuna e a ciascuno, giorno dopo giorno, sostenuti da un impegno collettivo».
Alle ore 21, nel Parco della Villa Wassermann, Alessandro Bergonzoni, figura poliedrica, interverrà sul tema del Festival: Non trovo pace… chiamata alle arti, accompagnando il pubblico con la sua ineguagliabile “arte della parola”. E sarà proprio l’arte della parola, del gesto, dello sguardo a rendere possibile l’«arte dell'incontro» fra persone e culture per costruire il mondo di tutti. La serata proseguirà con «Mediorienthè» bivacco sotto le stelle con i Maksum Trio, musiche e sonorità da Grecia, Turchia e Medioriente. SABATO 8 Tre incontri non-stop nella sala teatro di villa Wassermann che riprendono il tema del festival da punti di vista diversi: Alle 17.30, la giornalista Costanza Spocci, conduttrice di Radio 3 Mondo, e Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti Ipsia in Bosnia, su “Geopolitica di un mondo che non trova pace”, accompagneranno il pubblico attraverso i principali scenari di crisi del mondo attuale. Alle 19.00, Teresa Scantamburlo, ricercatrice in Etica Digitale all’Università Cà Foscari di Venezia, su “Intelligenza artificiale e comunità umana”: opportunità e rischi per le relazioni umane generati da una innovazione tecnologica la cui portata è ancora sconosciuta. Alle 20.30, un panel di eccezione: Madina Hassani (attivista afgana evacuata in Italia dopo il ritorno al potere dei talebani nel 2021), Barbara Schiavulli (corrispondente di guerra e scrittrice), Parisa Nazari e Zahra Toufigh Asri (attiviste iraniane impegnate nelle proteste di Teheran dopo la morte di Mahsa Amini), sul tema: “Afghanistan, Iran… donne in prima linea”. Con loro si approfondirà la situazione attuale dell’area, partendo dalla condizione femminile.
Due creative proposte teatrali con coinvolgimento del pubblico: dalle 18.30, presso la Tenda del Thé, Harraga Lab Teatro Marocco; dalle 21.00, nel parco di villa Wassermann, il collettivo teatrale Cantieri Meticci di Bologna con “Il violino del Titanic” Non mancherà una ricca varietà di interventi musicali: dalle ore 19, i ritmi folk con l’Ensemble du Sud, le danze popolari con il Trio Rudemà, e a seguire i ritmi del Sud Italia del gruppo Sonnabash. DOMENICA 9 Tre incontri non-stop nella sala teatro di villa Wassermann per riflettere, conoscere, agire: Alle 17.00, Enrico Galiano, scrittore e insegnante coinvolge il pubblico su “Dall’arte di sbagliare all’arte dell’incontro”: perché imparare a sbagliare trasforma ogni errore in una tappa nella ricerca di chi si è e nella capacità di incontrare gli altri. Alle 18.30, Alexandra Kozar, giornalista indipendente, e Andras Arato, responsabile di KlubRadio Voce Libera intervengono su Ungheria, il Paese contraddittorio nel cuore dell’Europa: libertà di stampa, diritti e migrazione alcuni dei temi chiave. Alle 20.00, Susanna Piccin ci racconta “Italia che cambia”, progetto che da oltre dieci anni vuole individuare, far conoscere e dare spazio a un’Italia che sa creare relazioni e processi virtuosi tra territori e persone, una “chiamata alle arti” in concrete azioni quotidiane.
Due interventi teatrali sempre nel segno della “chiamata alle arti”: alle 17.30 Kanu propone un viaggio nell’importante tradizione del Burkina Faso; alle 19.00, dalla Svizzera, il duo Genealogie Caprine, offrirà un coinvolgimento emozionante ed originale. Dalle ore 18.30, Sonorità che intrecciano varie parti del mondo: le cadenze e le ballate dalla Campania dei Leggermente a Sud, ritmo e allegria dall’America Latina nel Mestison Concert. Chiuderanno la serata, con travolgente energia e simpatia, i Balkan Bazar. Anche l’arte dello sguardo fa sentire la sua voce: veder le cose con l’occhio altrui è fondamentale per costruire incontro autentico. Negli ambienti di villa Wassermann sono allestite due mostre fotografiche: «Kosovo, terra senza pace» propone un percorso accompagnato dal suo autore, il fotoreporter Livio Senigalliesi, presente al Festival, grazie alla sua lunga esperienza professionale ed umana in vari scenari “senza pace” nel mondo. Un Paese che andremo a conoscere con il viaggio Dalle terre opposte, dal 6 al 14 agosto. «Tunisia: Con il sorriso negli occhi, tra quartieri e villaggi di terre dimenticate», a cura di Devid Sbeghen, che narra l’originale esperienza di incontro con bambini, ragazzi, insegnanti, giovani realizzata dal GiaveraFestival insieme al Circo Patuf a febbraio in Tunisia.
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