Cosa sono e come funzionano i Piani Individuali di Risparmio (PIR) lanciati nel 2016. La novità sono i PIR alternativi.
In Italia i Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono un argomento che suscita interesse ma che merita di essere approfondito. Sono stati lanciati nel 2016, grazie alla forte spinta dell'apprezzamento per le forme di risparmiogestito, e da quel momento hanno raccolto oltre 15 miliardi di euro. La novità degli ultimi anni sono i PIR alternativi che hanno reso lo strumento ancora più flessibile, ma vale la pena conoscere meglio questa realtà. I PIR sono uno strumento di investimento di medio e lungo periodo rivolto alle persone fisiche. Uno dei punti di forza è il trattamento fiscale agevolato connesso ai Piani Individuali di Risparmio che, però, fa il pari con alcune limitazioni sulla composizione dei portafogli e sulla durata dell'investimento stesso. Il funzionamento di questo strumento, ben spiegato nella guida di Affari Miei sui Piani Individuali di Risparmio, deve essere approfondito. I PIR nascono come ponte tra i risparmi dei privati e gli investimenti delle imprese, al fine di migliorare le opportunità di rendimento che chi investe e per dare alle aziende maggiori risorse da investire nel lungo periodo.
Come sottoscrivere i PIR
Per sottoscrivere i PIR si deve essere maggiorenni e residenti in Italia. Altro requisito e non avere già un piano dirisparmio. Anche i piani condivisi con altre persone è un elemento ostativo. Inoltre, i PIR sono interdetti a persone giuridiche e alle aziende. Dal punto di vista della composizione dei portafogli sono valide alcune regole. Stando alla conformazione dei PIR è obbligatorio investire almeno il 70% della somma in aziende che hanno sede sul territorio italiano o domiciliate nello Spazio Economico Europeo ma con stabile organizzazione in Italia. Inoltre, il 25% di questa quota deve essere investita in strumenti emessi da aziende quotate e non incluse nell'indica FTSE Mib della Borsa Italiana o in equivalenti stranieri. Il 5% della quota deve essere investito in smallcap non incluse negli indici FTSE Mib o FTSE Mid Cap. Altra regola di investimento è che la quota investita su un emittente non può superare il 10% del totale. Per quel che concerne le agevolazioni fiscali legate ai PIRè utile sottolineare che l'imposta sul capital gain (26%) è cancellata. Tuttavia, le agevolazioni sono assicurate solo se l'investimento rimane in piedi per più di 5 anni. Altro possibile vantaggio che si può sfruttare è l'esenzione dall'imposta di successione. Dal 2020, poi, sono stati lanciati anche i PIR alternativi che sono pensati, invece, per aiutare le PMI ed è proprio a queste ultime che si rivolgono.
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