Refosco, Cisl Veneto: "La recessione non è arrivata, ma servono programmazione e politiche regionali di lunga visione"
“Un impianto non sufficiente a garantire una svolta sui principali dossier, dal lavoro alla sanità, dalla coesione allo sviluppo”. Con queste parole il segretario generale nazionale di Cisl Luigi Sbarra, a margine del Consiglio generale di Cisl Veneto svoltosi ieri mattina a Mestre, ha commentato il Def, Documento di economia e finanza approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri. “Ci sembra un Documento troppo difensivo, così si rischia di non agganciare la sfida della ripartenza. Restiamo comunque in attesa di leggere il testo integrale per un giudizio complessivo. Intanto sul fronte fiscale registriamo una buona notizia fortemente rivendicata da Cisl, la volontà del Governo di mettere tre miliardi aggiuntivi, in corso d'anno, sul taglio del cuneo. Una scelta importante e positiva, a condizione che le risorse siano concentrate tutte sul lavoro per ridurre le tasse ai redditi medio-bassi” ha detto ancora Sbarra, che ha aggiunto: “Serve dare margine a una politica espansiva, riallacciare il confronto con il sindacato e rafforzare un dialogo sociale che si è andato indebolendo. Per questo ci mobiliteremo nelle prossime settimane in modo intransigente, costruttivo e responsabile, avanzando proposte concrete su fisco, previdenza, lavoro, aumento delle retribuzioni e delle pensioni, sanità, risorse per la non autosufficienza, rinnovo dei contratti pubblici e privati, politiche industriali e Mezzogiorno. Il Governo ascolti la voce del mondo del lavoro”. Sbarra ha chiuso i lavori dell’assemblea che ha visto riuniti 130 operatori e delegati venuti da tutta la regione. “L’occasione per condividere anche le motivazioni della prossima mobilitazione nazionale unitaria, che vedono centrali tematiche che hanno ampio riflesso e importanti criticità anche sul nostro territorio – ha spiegato Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto –. A partire dalla necessità di rilanciare il sistema della sanità pubblica, tema centrale e sentito da parte di tanti cittadini e ambito che da lungo tempo vede impegnato il sindacato. Chiediamo visione, strategia e una programmazione di ampio e lungo sguardo, per rispondere ai crescenti bisogni di cura e assistenza e garantire a tutti il diritto alla salute”. Tra le priorità sempre il tema del lavoro, anche per un territorio come il nostro per il quale qualche mese fa tutti i grandi istituti nazionali prevedevano una fase recessiva fortunatamente non arrivata: “Il sistema economico veneto sta reggendo – ha spiegato Refosco –, ma c’è un forte fabbisogno di personale, trasversale a tanti settori, a cui non si riesce a rispondere. Per questo è necessaria una grande azione di programmazione, perché c’è una vasta parte della popolazione in età lavorativa che non ha occupazione. Pensiamo ai molti giovani neet che serve accompagnare verso un posto di lavoro buono, di qualità e dignitoso (dietro a queste tre parole si trovano anche i motivi per cui tanti settori fanno fatica a trovare personale), ma anche alle donne: tra occupazione maschile e femminile abbiamo in Veneto un gap di 20 punti, che va colmato assolutamente con politiche regionali mirate”. Al tema del lavoro si intreccia strettamente quello delle migrazioni: “Lo diciamo da tempi non sospetti. L’immigrazione non va gestita con un approccio ideologico, pro sempre o contro sempre, ma con un’ottica programmatoria, anche dialogando con i paesi di provenienza. Serve coraggio, partendo dall’analisi reale dei fabbisogni professionali, dall’impegno a garantire condizioni contrattuali regolari e dignitose alle persone, e costruire le professionalità. Il piano di emergenza? Vediamo nel concreto cosa comporta, normalmente nel nostro Paese ci si trova in emergenza proprio perché non si riesce a fare programmazione”.
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