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Eutanasia: il Veneto potrebbe essere la prima regione ad avere una legge che lo regolamenta

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Oltre al Veneto, anche in Abruzzo, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno avviato la raccolta di firme per la presentazione di leggi regionali per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria

Nella tradizione sarda, la femina accabadora era una donna misteriosa vestita di nero che aveva il compito di porre fine alle sofferenze delle persone allo stadio terminale. Così come sulla pratica che veniva attuata, anche sull’etimologia si è incerti: forse deriva dallo spagnolo acabar, finire o terminare, oppure dal sardo accabaddare, vocabolo dai molteplici significati come incrociare le mani ad un morto, o mettere a cavallo, ovvero partire. Questa figura tra mito e realtà giungeva nelle case su chiamata dei parenti del malato e procurava una morte rapida tramite soffocamento con un cuscino oppure con un colpo di bastone d’olivo (su mazzolu) o ancora tramite un giogo, un martello in legno. Tuttavia non vi sono vera e proprie fonti storiche sulla femina accabadora, tant’è che molti antropologi ritengono che non sia mai esistita ma che, al posto suo, ci fossero delle figure che sostenevano il moribondo accompagnandolo fino all’ultimo sospiro. Ad oggi, in Italia, la pratica dell’eutanasia non è ancora applicata ma dal 31 gennaio 2018 è in vigore la Legge sul Testamento Biologico (n. 219/2017)-DAT. La legge 219/2017 afferma “….nel rispetto dei princìpi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e degli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”. Con le DAT si possono dunque esprimere le proprie scelte, sempre modificabili, fornendo indicazioni sui trattamenti sanitari a cui si potrà essere sottoposti. Si tratta di indicazioni importanti nel caso eventuale e futuro in cui non si fosse in grado di esprimere - attraverso il diritto al consenso informato - le proprie scelte. Il biotestamento, che deve essere consegnato presso l’Ufficio Anagrafe di tutti i Comuni d’Italia, può essere redatto dalla maggiore età ma, con esso, non si possono esigere trattamenti sanitari contrari alle leggi. Risulta però che solo lo 0.4% degli italiani ha depositato le disposizioni anticipate di trattamento. L’associazione Luca Coscioni, tramite un’indagine su tutt’Italia, ha associato l’inutilizzo di questo strumento alla mancanza di conoscenza di questa legge. Infatti, da parte del Ministero della Salute non è mai stata fatta una campagna informativa che, come indicato nella legge, sarebbe dovuta partire entro sassanta giorni dalla sua entrata in vigore. Marco Cappato, Filomena Gallo e l’associazione Luca Coscioni hanno deciso di partire dalle regioni con la raccolta di firme per la presentazione di leggi regionali basate sulla sentenza della Consulta (“Liberi Subito”). Oltre al Veneto, anche in Abruzzo, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Il Veneto è l’unica regione che ha già raggiunto il numero delle firme e potrebbe essere la prima regione ad avere una legge sull’eutanasia e l’intera giunta regionale si è già espressa favorevolmente. Giulia Sciarrotta
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