Scopri tutti gli eventi
25.08.2023 - 14:20
L’ultimo report dell’Agenas sull’andamento degli introiti dai ticket sanitari dal 2018 al 2022, evidenzia una contrazione del 22% dei ricavi a livello nazionale rispetto al 2018. I ricavi da ticket nel 2022 ammontano a circa 1 miliardo di euro. Una notevole contrazione a causa del Covid si è registrata nell’anno 2020 (-39% rispetto all’anno precedente). Nel 2021 e 2022 si osserva una lenta ripresa, ma nel 2022 il valore complessivo è ancora molto inferiore rispetto al 2018 (-22%), con punte di -36% nel Lazio e -32% nella Sicilia. Il Molise è l’unica Regione in cui si rileva un trend opposto (+10%) . La rinuncia a visite o accertamenti specialistici, per problemi di liste di attesa, riguarda infatti circa 2 milioni di persone, pari al 3,3% dell’intera popolazione. Le stime peggiorano sensibilmente quando si tratta di rinuncia alle cure per ragioni di carattere economico, che riguarda oltre 4 milioni di persone, pari al 6,8% della popolazione. Da un’indagine di giugno 2023, promossa dalle organizzazioni sindacali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, sulle liste d’attesa in Veneto, emerge che su un campione di oltre tre mila persone, il 69% non è riuscito a prenotare in tempi utili la visita medica specialistica o l’esame diagnostico prescritto dal medico di famiglia. Di questi il 77% aveva una classe di priorità inferiore a 30 giorni. Le maggiori difficoltà sono state riscontrate nel prenotare presso l’USSL 4 Veneto Orientale con 81%, mentre l’USSL 1 Dolomiti è risultato essere l’ente con i risultati migliori. “I risultati del questionario dimostrano quanto il problema delle liste d’attesa sia diffuso e sentito, e confermano purtroppo i nostri timori”, commentano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp), “le liste d’attesa rappresentano una delle più rilevanti criticità del sistema sanitario regionale, aggravata ovviamente dai ritardi accumulati a causa della pandemia. Prendiamo atto che nell’incontro del 26 giugno, per la prima volta la Regione ha ammesso che il problema c’è ed è molto complesso. Come prendiamo atto che la Regione ci dice che sono oggi a buon punto con lo smaltimento delle prestazioni più urgenti, fino a 10 giorni, mentre da settembre parte il piano di recupero delle altre. La cosa più allarmante è che alcuni, per i tempi e per i costi, rinunciano direttamente alla prestazione sanitaria, con conseguenze che possono essere a volte letali”. A confermare questo disagio in Veneto è la presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto, Mirella Zambello: “Gli assistenti sociali che lavorano nei comuni ci riferiscono di casi crescenti in questo senso, con persone che devono rinunciare agli esami o alle visite mediche per dare priorità alle spese alimentari o che al contrario, pur alle prese con difficoltà economiche, sono costrette a farsi carico di spese ingenti per accedere a prestazioni private. I servizi sociali dei comuni sono impegnati quotidianamente nella definizione e attuazione di interventi diversi orientati, dal sostegno alle spese di bollette e utenze domestiche, al contributo per gli affitti fino al contrasto alla povertà educativa. Tutti interventi che vengono programmati in maniera personalizzata, valutando i bisogni specifici delle persone, per facilitare il superamento delle situazioni di bisogno. Non esistono però fondi e misure specifiche per le spese per la salute e la prevenzione, spesso trascurate dai cittadini più in difficoltà. Ci sarebbe la necessità di porre la salute al centro delle politiche, per promuovere benessere collettivo, e la nostra professione può dare un contributo per migliorare i contesti sociali nelle nostre comunità e città”. Giulia SciarrottaEdizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516