Zaia tiene a battesimo l'avvio collegandosi in diretta con tre sale operatorie
“Questo è l’ospedale del futuro, frutto di investimenti per 250 milioni di euro. Abbiamo assistito a tre interventi chirurgici di eccellenza in diretta sfruttando a pieno le tecnologie più innovative su cui come Regione abbiamo investito moltissimo da sempre e continueremo su questa strada". Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha tenuto a battesimo l'avvio ufficiale dell'attività nella nuova Cittadella della salute di Treviso: insieme al direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, il governatore ha avuto modo di collegarsi con tre sale operatorie dove erano in corso altrettante sessioni chirurgiche su un tumore al fegato (con l'equipe del prof. Zanus), uno al pancreas (dr. Massani) e uno al seno (dr. Burelli). "L’ospedale di Treviso come connotazione è ormai un vero e proprio policlinico - ha ribadito Zaia - è attivata la facoltà di Medicina per tutto il corso di studi, ha otto cliniche ormai consolidate con docenti universitari che insegnano e contemporaneamente lavorano come professionisti. Oltre a un livello elevatissimo dal punto di vista assistenziale garantisce un’occasione di grande formazione per tutti i giovani laureati e gli aspiranti medici".
Zaia: "In Veneto non riusciamo a trovare 3.500 medici"
Il presidente ha scambiato anche alcune parole con le equipe impegnate nelle operazioni: “Il personale medico e quello infermieristico, gli oss e tutti gli operatori della sanità sono tra i gioielli più preziosi del Veneto – ha ricordato -. Un esercito di sessantamila persone che ogni anno erogano 80 milioni di prestazioni sanitarie, garantiscono 2 milioni di accessi al pronto soccorso, oltre alla cura e l’assistenza a novemila pazienti ricoverati quotidianamente. Purtroppo i medici non sono abbastanza perché non se ne trovano da riuscire a soddisfare le esigenze di organico. Su un deficit di cinquantamila medici in tutta Italia, nella nostra regione ce ne vorrebbero 3.500 in più che non riusciamo a reclutare. Il numero di cittadini che stanno attendendo una visita nella categoria ‘entro i 30 giorni’ è di circa 38 mila persone; con una estrema sintesi potremmo dire che se avessimo i professionisti che necessitano, con dieci visite a testa, in un giorno e qualche ora avremmo chiuso la partita delle liste d’attesa”. Teatro del collegamento è stato il nuovo edificio “High Care”. È il cuore della nuova Cittadella della Salute, occupa una superficie di 60mila metri quadri su sei livelli. Dispone di 450 posti letto e racchiude tutte le funzioni a maggiore intensità di cura e complessità tecnologica quali sale operatorie con certificazione ISO 5, terapie intensive e subintensive con 96 posti letto, diagnostica per immagini, radioterapia e medicina nucleare. La struttura ospita anche l’area materno infantile con 50 posti letto, 10 sale parto di cui 2 per il parto in acqua e 2 sale operatorie per il taglio cesareo, il nido e la terapia intensiva neonatale e pediatrica, una sorta di ospedale nell’ospedale interamente dedicato alla cura della donna e del bambino.
"Ospedali del futuro meno belli, ma più funzionali"
Parlando di sanità del futuro, Zaia ha sottolineato: “Le sfide saranno le antibiotico-resistenze e le infezioni ospedaliere. Saranno sempre più un problema. Dovremmo quindi pensare ospedali più funzionali anche se forse meno belli. Con grandi investimenti in tecnologie e attrezzature, ma pensati dal punto di vista architettonico per essere ricostruiti dopo un arco di tempo di circa vent’anni durante i quali sono stati utilizzati e sfruttati appieno. Abbiamo imparato col Covid che l’ospedale non è il posto per metterci il grande salone di parrucchiera, il bel bar, il ristorante, la libreria fornitissima, sono cose belle ma l’ospedaledeve essere un luogo di cura e abbiamo capito in questi anni che i virus camminano con le persone. Questa soluzione può sembrare poco estetica ma può garantire molto di più sul fronte delle infezioni".
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