Legacoop Veneto e Cgil Veneto mettono in luce le criticità del settore della logistica in Veneto e indicano alcune possibili azioni.
Nel 2021 il settore contava circa 11mila imprese attive di cui quasi 4.470 con dipendenti, 102.570 i contratti di lavoro in essere (fonte Veneto Lavoro, ultimi dati disponibili). Un comparto che non è esente da criticità, come quella dell'evasione fiscale, dello sfruttamento del lavoro e dei lavoratori, del caporalato e delle infiltrazioni criminali. Se ne è parlato ieri al convegno “Logistica, lavoro e legalità. Contro lo sfruttamento e il caporalato”, oggi al Mercato agroalimentare di Padova (Maap), promosso da Legacoop Veneto e Cgil Veneto. "Il settore della logistica in Veneto ha bisogno come non mai di esser “bonificato” da un’illegalità diffusa, anche in contesti presidiati dall’ente pubblico, come provano i fatti più recenti al Maap - ha esordito Devis Rizzo, presidente di Legacoop Veneto -. Serve far uscire gli operatori dall’illegalità, ma dall’altra parte è necessario che sia riconosciuta la responsabilità in solido del committente: perché il problema non è mai solo delle coop o delle imprese, ma investe anche la committenza". [video width="1280" height="720" mp4="https://www.lapiazzaweb.it/upload/2024/01/Devis-Rizzo_presidente-Legacoop-Veneto.mp4"][/video] "Al Maap, in particolare – ha continuato –, la situazione è deteriorata da almeno quindici anni e si è fatta ormai intollerabile. L’intervento da fare, a nostro parere, è duplice: da un lato vanno razionalizzate l’organizzazione e la gestione dei servizi di logistica, e dev’essere il Maap a farsene carico assumendoli direttamente su di sé. Dall’altro lato, è indispensabile selezionare gli operatori; per fare una proposta concreta, ad esempio, istituendo un albo dei fornitori, che certifichi i requisiti che li rendono “impermeabili” da comportamenti illegali. Ci candidiamo a dare su questo fronte il nostro immediato contributo per uno strumento che crediamo peraltro potrebbe essere efficace anche in altri territori". Tiziana Basso, segretaria generale di Cgil Veneto, ha aggiunto: "Come sindacato il nostro impegno si articola su più fronti: quello istituzionale, che ci vede tra i promotori dei protocolli regionali, nei luoghi di lavoro a fianco dei lavoratori, che sono le prime vittime del dumping sociale e retributivo, e infine costituendoci come parte civile nei processi per infiltrazione mafiosa. Sfruttati in ambito lavorativo, i lavoratori subiscono anche nella vita quotidiana le ricadute della loro condizione: nella dimensione abitativa, spesso caratterizzata dal degrado, come nella mobilità fortemente limitata. È frequente, infatti, che un salario già molto basso sia ulteriormente intaccato dall’obbligo di pagare ai caporali stessi alloggi fatiscenti e il trasporto verso il luogo di lavoro". "Ma altre ancora sono le forme di illegalità in cui ci imbattiamo – ha proseguito Basso –, come il fenomeno dell’“apri e chiudi”, ossia imprese che scompaiono da un giorno all’altro lasciando i lavoratori senza retribuzione, né tfr. O ancora l’applicazione di contratti che vedono retribuzioni più basse rispetto a quelle effettivamente previste per la logistica. Con conseguenze di concorrenza sleale nei confronti delle aziende che operano nella legalità, ma anche un pesante danno ai lavoratori, sia dal punto di vista salariale che previdenziale". [embed]https://youtu.be/YBYuYdxTPZw[/embed] "Per affrontare con efficacia le criticità che l’espansione smisurata del settore ci pone davanti, in particolare illegalità e speculazione sul costo del lavoro, serve prima capire quali siano le loro origini profonde – ha insistito Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio regionale del Veneto –: Perché è evidente che si tratta di un prodotto fisiologico d della mancanza, da parte delle istituzioni, di politiche industriali chiare e di una regolamentazione dello sviluppo del comparto, che oggi mira a produrre al minor costo possibile a scapito del valore dato al lavoro, come la globalizzazione chiede. Regole per i diritti del lavoro e la legalità, come per il welfare e il consumo di suolo. Bene le alleanze tra istituzioni e associazioni di categoria e rappresentanza sindacale, bene il protocollo regionale (a cui però devono seguire interventi concreti), ma bisogna avere chiare le ragioni del fenomeno per provare ad aggredirlo all’origine. Insomma, non concentriamoci sui sintomi, serve capire la malattia e le sue cause". [video width="1280" height="720" mp4="https://www.lapiazzaweb.it/upload/2024/01/Vanessa-Camani_capogruppo-del-Partito-Democratico-nel-Consiglio-regionale-del-Veneto.mp4"][/video] "La Regione del Veneto – ha sottolineato Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione del Veneto – è stata prima in Italia nella sottoscrizione di un protocollo d’intesa per affrontare le criticità del settore dalla logistica con le associazioni datoriali e sindacali. È un protocollo che ha fatto scuola, permettendoci di analizzare a fondo i fenomeni del caporalato e dello sfruttamento nel delicato comparto della logistica, grazie alla collaborazione con i corpi intermedi. Le buone relazioni con le parti sociali hanno permesso al “modello veneto” di avere gli anticorpi, perché siamo riusciti a individuare e segnalare le anomalie riscontrate in alcune tipologie contrattuali utilizzate nel settore. Il lavoro svolto con le cooperative più attente e con le associazioni sindacali riconosciute – ha concluso l’assessore – ci ha portati ad essere parte diligente nella segnalazione e prevenzione delle anomalie. È fondamentale continuare ad investire nella formazione per gli operatori e nell’informazione, garantendo la legalità dei contratti sin dall’origine, così com’è opportuno rafforzare l’informazione rivolta ai lavoratori". https://youtu.be/K9qGy60Q1Oo
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