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Iniziativa di integrazione
10.07.2024 - 20:03
Una vera integrazione passa anche dal lavoro. E per trovarlo occorrono delle competenze. Si possono sintetizzare così gli obiettivi del corso "Piccole manutenzioni in ambito edile", che ha visto protagonisti 14 richiedenti asilo ospitati nell'ex caserma Zanusso di Oderzo.
Dopo le verifiche finali, martedì sono stati consegnati ai corsisti sono state consegnati gli attestati di frequenza. Il corso è stato organizzato e finanziato interamente da Sicurform Veneto, ente paritetico partecipato dalle associazioni imprenditoriali Confartigianato, Cna, Casa e dalle organizzazioni sindacali FeNEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL. Il percorso formativo – comprensivo della Formazione Sicurezza ex. Dlgs 81/2008 – è stato rivolto agli ospiti del Cas "Officine sociali" di Oderzo, struttura che ha collaborato con gli organizzatori in modo fattivo.
L’iniziativa è nata a seguito del protocollo d’intesa tra il ministero degli Interni e le associazioni datoriali e sindacali dell’edilizia per l’inserimento socio-lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità. Dopo una selezione su una quarantina di persone, sulla base di motivazioni, esperienze pregresse e status (per sincerarsi che le persone fossero assorbibili dal mondo del lavoro), sono stati prescelti i corsisti, provenienti da Burkina Faso, Mali, Guinea, Bangladesh, Tunisia e Pakistan.
Teatro delle lezioni il "cantiere scuola" approntato nella stessa ex caserma: le molte strutture murarie presenti, del resto, rendevano il complesso militare il contesto ideale. Il corso è durato 88 ore, di cui 20 (più delle 16 normalmente previste) sul tema della sicurezza, necessarie per l’accesso ai cantieri. Sicurform Veneto ha fornito i dispositivi di protezione a tutti i corsisti, che si sono impegnati nell’allestimento di spazi logistici e di elementi operativi di cantiere per interventi di manutenzione ordinaria e tinteggiatura, nella preparazione delle superfici dei manufatti da tinteggiare o bisognosi di manutenzione, nella realizzazione di piccole demolizioni di opere esistenti, nei lavori di manutenzione e ripristini edili, nella realizzazione di lavori in cartongesso e appunto nella formazione per la sicurezza. I partecipanti, alcuni dei quali avevano anche una certa esperienza nel settore, hanno anche provveduto a decorare alcuni angoli della caserma, rendendola più accogliente.
Molto soddisfatto Enrico Maset, presidente di SicurForm Veneto: "Si tratta di un’iniziativa molto positiva almeno per due aspetti – afferma –. Innanzitutto lo è sul piano sociale, perché contribuisce a offrire un futuro a questi ragazzi, permettendo una buona integrazione nella comunità e offrendo loro la possibilità di lavorare ed essere autonomi. Come associazioni d'imprese che partecipano agli enti paritetici edili, insomma, ci siamo fatti carico di una azione che può diventare una buona prassi anche per le istituzioni e per altri settori produttivi. In secondo luogo, si tratta di un’iniziativa positiva perché offriamo alle nostre imprese del personale con un principio di formazione e con gli attestati di sicurezza, contribuendo a risolvere la ormai cronica e preoccupante carenza di manodopera”.
"Il corso – aggiunge il vicepresidente Pietro De Angelis di espressione sindacale – si inserisce in un protocollo nazionale che abbiamo voluto attuare. Merita sottolineare che in questi corsi oltre a insegnare le basi del mestiere edile, si fornisce la formazione e si sensibilizza alla sicurezza, tema sempre più importante e da non trascurare oggigiorno - Siamo ben contenti di come è andata l’ iniziativa che ha avuto anche il celere benestare della Prefettura di Treviso che per questo ringraziamo – conclude De Angelis – Di sicuro, visto anche il successo di questa prima esperienza, non sarà l’unica, ma sarà replicata in altre province e territori".
Ora i corsisti sono pronti essere assunti in imprese del territorio e già sono arrivate alcune proposte di lavoro. Come conferma uno di loro, un 22enne del Burkina Faso: "Vogliamo e dobbiamo lavorare perché se giriamo a vuoto e stiamo a letto la testa si riempie di cattivi pensieri".
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